Chiuso il Bar Oceano: usura e prostituzione illegale
Blitz della polizia cantonale nel famoso locale ticinese. Le prostitute: “Abbiamo pagato le tasse, ora che facciamo?”
Sigilli della magistratuta ticinese al Bar Oceano, celebre locale di Pazzallo conosiutissimo per i tanti clienti italiani in cerca di compagnia a pagamento.
Il Ministero Pubblico e la Polizia cantonale del Canton Ticino questa mattina, poco prima delle 9 sono entrati in azione nel “bar” di Pazzallo nell’ambito di un’operazione relativa al controllo dell’esercizio della prostituzione. Sono stati anche eseguiti controlli e perquisizioni presso appartamenti privati dove alloggiano persone legate a questa attività e gli uffici amministrativi che gestiscono le società connesse. Tutte le ragazze trovate in loco sono risultate in regola con le prescrizioni vigenti.
La posizione delle persone fermate è stata chiarita nell’ambito di interrogatori nel corso dei quali sono stati loro contestati i reati di “usura” e di “promovimento della prostituzione” (un reato previsto dal Codice penale svizzero punito con pene che prevedono fino a 10 anni di carcere). I fermati sono stati in seguito rilasciati a condizione di ottenere, a livello amministrativo, le necessarie autorizzazioni nonché di applicare canoni d’affitto conformi a quelli previsti dalla giurisprudenza in materia di usura.
L’esercizio pubblico, cioè il Bar Oceano, al termine del controllo è stato chiuso con posa dei sigilli di polizia nell’ambito del procedimento giudiziario avviato volto a verificare, a livello penale, le condizioni d’esercizio applicate all’interno della casa d’appuntamenti.
Per quanto concerne l’attività delle singole donne all’interno della casa d’appuntamenti, stabilito il rispetto delle norme vigenti, la stessa è stata lasciata proseguire.
Gli inquirenti tengono a ribadire che l’operazione Domino continuerà fino a quando in Ticino vi saranno esercizi pubblici in cui la prostituzione è esercitata illegalmente, in condizioni usurarie e di sfruttamento.
Sbigottiti i clienti, che a partire dal pomeriggio solitamente cominciano a servirsi del locale, che lo hanno trovato chiuso. Anche fra le ragazze che lavoravano nel locale c’era scoramento e rabbia, come raccontato dal quotidiano on line ticinese tio.ch: “Abbiamo pagato le tasse fino a dicembre – hanno detto ai cronisti – ora non sappiamo cosa fare”
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
lenny54 su È arrivato il gran giorno a Monteviasco: dopo sette anni di stop riparte la funivia
Adriana Andriani su Bogno, la Fondazione Sacro Cuore in liquidazione. Bini: "Non c'erano le condizioni economiche per proseguire"
Bruno Paolillo su Ottant’anni fa Hiroshima: la memoria della bomba che cambiò il mondo
PaoloFilterfree su Vigili del fuoco, organico solo sulla carta: Candiani denuncia l’abuso delle leggi speciali. "Vuote anche le case Aler in convenzione"
Alessandro Zanzi su Crescono le diagnosi di disabilità tra i minori di Varese: +500% in 10 anni
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.