È morto Dante Isella

Il filologo e studioso di fama internazionale aveva 85 anni. Da qualche settimana era ricoverato in ospedale per problemi cardiaci. Il funerale martedì in San Vittore alle 14,15

Dante Isella è morto. Si è spento questa notte, lunedì 3 dicembre, all’ospedale di Circolo, dove era ricoverato da qualche giorno per un problema cardiaco. Combattivo come sempre, era stato protagonista, non più di un mese fa, di una vivace polemica con il sindaco di Casciago (Varese)  per una questione di edilizia pubblica. «Geometri incolti» fu la sua sferzante sentenza.

Nel 2005 aveva vinto il Premio Imola  con "Vita di critico". Nell’aprile 2007 aveva ricevuto il Premio Chiara alla carriera, rendendosi protagonista di una intensa e memorabile giornata a Villa Recalcati. Non una lezione fredda e professorale, bensì un ricordo appassionato della sua giovinezza, dei suoi compagni di viaggio e di studio, e anche della sua varesinità, un tempo passaporto di apertura e espressione di lungimiranza culturale.

I funerali di Isella si terranno martedì 4 dicembre alle 14,15 nella basilica di San Vittore. La salma sarà poi tumulata al cimitero di Giubiano.

Isella  era nato a Varese l’11 novembre 1922. Allievo a Friburgo di Gianfranco Contini, ha insegnato Letteratura Italiana all’Università di Pavia (1967-1977) e al Politecnico Federale di Zurigo (1972-1988), sulla cattedra che già fu di F. De Sanctis. E proprio in occasione della consegna del Premio Chiara alla carriera, Isella sottolineò la scelta negativa degli svizzeri di chiudere la cattedra di italianistica: «Al Politecnico è stato un bel periodo. Quella cattedra attirava molti uditori, era prestigiosa. Se l’hanno chiusa è colpa di voi ticinesi, avete voluto creare  le vostre università e loro vi hanno tolto la cattedra».

Dopo i "Classici Mondadori", da lui diretti dal 1961 al 1993, e la collana di "Testi e strumenti di Filologia Italiana" della Fondazione Mondadori, condirige la "Biblioteca di Scrittori Italiani" della Fondazione Bembo e la rivista Strumenti critici (fondata nel 1966). Nel 1956 gli venne assegnato il «Premio Bologna» per la Filologia e nel 1987 il Premio della « Fondazione del Centenario della Banca della Svizzera Italiana ». Dal 1988 fa parte dell’Accademia della Crusca e dal 1997 dell’Accademia dei Lincei, di cui è Socio Nazionale.
A partire dal saggio su La lingua e lo stile di Carlo Dossi, nato come tesi di laurea (1947) e pubblicato nel 1958 da Ricciardi, si è dedicato in particolar modo allo studio della grande letteratura lombarda, dal Quattrocento al Novecento, sia in lingua che in dialetto, dalle anonime Antiquarie prospetiche Romane, 2004 (in collaborazione con Giovanni Agosti) a G. P. Lomazzo (di cui ha edito criticamente e commentato l’ardua raccolta dei Rabisch, 1993) e dai sonetti di Fabio Varese, 2002, ai secentisti Carlo Maria Maggi (Teatro milanese, 1964, Rime milanesi, 1965, 1994) e Francesco De Lemene (La sposa Francesca, 1979) con l’appendice settecentesca di Biagio Bellotti (Il maritaggio di Mommina, 1980); dal Parini (L’officina della "Notte" e altri studi pariniani, 1968; edizione critica del Giorno, 1969, e delle Odi, 1975) al Porta (edizione critica delle Poesie, 1955-56, cui seguono l’edizione commentata, 1958, 1993, il carteggio, la biografia ecc.) al Manzoni (Postille al Vocabolario della Crusca nell’edizione veronese, 1964; Appendice [I] a Tutte le lettere a cura di Cesare Arieti, 1986 e [II] 1995, ora nel 2007, il Fermo e Lucia, volume I dell’edizione critica dei Promessi Sposi del 1827 ); al Dossi (Note azzurre, Adelphi 1964, 1988; Opere, Adelphi 1995). Nel Novecento i suoi interessi si sono rivolti a Delio Tessa (edizione critica e commentata delle poesie e delle prose, 1985), Carlo Emilio Gadda, di cui ha realizzato l’edizione in cinque volumi delle Opere complete (Garzanti) e dell’inedito capitolo di Un fulmine sul 220 (1995); Vittorini (Le due tensioni – Appunti per una ideologia della letteratura, 1967, 1981), Fenoglio (Romanzi e Racconti), Sereni (edizione critica di tutte le Poesie pei "I Meridiani" di Mondatori, 1995; Montale (commento a Le occasioni, Einaudi 1996, preceduto dal commento ai Mottetti, e seguito da Finisterre, Einaudi 2003; oltre all’edizione del carteggio Montale-Contini, Eusebio e Trabucco, Adelphi 1997. In fine nel 2003 in Carlo Porta – Cinquant’anni di lavori in corso, Einaudi, ha riunito i suoi scritti sull’argomento. Momenti salienti delle sue ricerche costituiscono le raccolte saggistiche: I lombardi in rivolta: da C.M. Maggi a C.E. Gadda ( 1983, 1984), Le carte mescolate – Esperienze di filologia d’autore, 1987; L’Idillio di Meulan: da Manzoni a Sereni, 1994, e nel 1997 il libretto Dovuto a Montale (Milano, Archinto) che riunisce quattro scritti (tre dei quali anticipati sul «Corriere della Sera») in cui viene sconfessata l’autenticità montaliana del così detto Diario postumo e Lombardia Stravagante 2005.

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Pubblicato il 03 Dicembre 2007
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