Un tuffo in acqua dopo il sole: ecco quali rischi si corrono

Aumenta il pericolo tra le 12 e le 17, motivo: è più probabile lo shock termico che porta al malore. I consigli del Presidente del gruppo provinciale “Sommozzatori Protezione Civile Varese Sub”

tuffo fotoCosa succede se ci si tuffa in acqua in seguito ad un’esposizione al sole?
«Avviene uno “shock termico” che può portare all’annegamento, la situazione viene aggravata se poco prima si era pranzato e/o si era ingerito alcool (quindi assolutamente sconsigliato il bagno dopo avere pranzato) Nella maggior parte dei casi il soggetto annega perché l’acqua gli invade i polmoni».
È una cosa preziosissima da sapere e soprattutto da tenere a mente e da ricordare.
Lo spiega Calogero Rinaldo, presidente del gruppo provinciale “Sommozzatori Protezione Civile Varese Sub”, a seguito degli ultimi incidenti accorsi nelle acque dei nostri laghi e fiumi che scrive a Varesenews per fornire alcune informazioni ai bagnanti.
«Come sommozzatori della protezione Civile siamo impegnati nella prevenzione affinché questi incidenti non debbano accadere ed il nostro impegno costante nel pattugliamento delle sponde dei laghi del Varesotto è finalizzato a prevenire situazioni di potenziale pericolo in acqua. E’ bene ricordare che gli orari più a rischio sono quelli della fascia oraria 12,00-17,00 gli orari in cui inizia il pranzo e il dopo pranzo».
Qual è il consiglio da imparare e tenere ben presente in riva a laghi o fiumi?
«Il consiglio che diamo è di entrare in acqua lentamente, bagnandosi il corpo e la nuca; contrariamente, se si entra velocemente in acqua la temperatura cutanea elevata a causa dell’esposizione al sole si abbassa improvvisamente a contatto con l’acqua fredda provocando una sincope».
«La sincope da idrocuzione o da “shock termico” – continua Calogero Rinaldo – è la più pericolosa in quanto si determina un blocco sia respiratorio che cardiocircolatorio, e in questo caso si avrà meno tempo per il salvamento in quanto il cervello non riceve più ossigeno. L’idrocuzione è quindi una situazione che può portare il soggetto alla morte per annegamento a causa di una brusca e improvvisa perdita di coscienza subito dopo l’ingresso in acqua».
Cosa fare in presenza di sincopati?
«Le principali operazioni da eseguire (oltre ovviamente alla richiesta di soccorsi) sono: controllare lo stato di coscienza, assicurare la pervietà delle vie aeree, aprendo con le dita la bocca dell’infortunato per rimuovere eventuali corpi estranei, inclinare il capo del soggetto leggermente verso il basso per favorire l’eventuale fuoriuscita di acqua dalla bocca e iniziare immediatamente, se le condizioni dell’infortunato lo richiedono, le manovre di rianimazione cardio-polmonare. Se si cominciano ad osservare queste prescrizioni minime di sicurezza il numero dei decessi per annegamento si riduce».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Agosto 2012
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