Mensa dei poveri, la fila si allunga
Sono sempre di più le persone che si rivolgono agli istituti di solidarietà per un piatto caldo e un tetto per proteggersi dal gelo. Un dato che rende indispensabili i centri di assistenza e le iniziative di solidarietà
Sono sempre più lunghe le file davanti alla mensa dei poveri. Uomini e donne che all’ora della cena aspettano di poter entrare per mangiare un piatto caldo. Italiani, stranieri, giovani e anziani. Una piaga, quella della povertà, che anche a Varese è sempre più diffusa. Basta passare in via Bernardini Luini per le 19, davanti all’ingresso della mensa gestita dalle Suore della Riparazione, per rendersi conto della situazione d’emergenza in cui vivono tante persone. Un pasto caldo o un sacchetto con dentro l’indispensabile per non morire di fame è ciò che viene dato loro, tutte le sere, ogni giorno dell’anno. Natale e Capodanno compresi. «Ci sono persone in cui i giorni di feste sono peggiori degli altri perché, oltre alla mancanza di cibo e di lavoro sentono ancora di più la solitudine – spiega suor Maddalena, responsabile della casa di via Luini -. Il numero dei pasti da distribuire cresce di anno in anno, oggi arriviamo a quasi 200». Un dato allarmante se si pensa che fino a qualche anno fa erano circa una trentina le persone che si rivolgevano alla mensa: «Oggi ci sono anche tantissimi giovani o intere famiglie italiane e straniere. Tutto deriva dalla mancanza di lavoro», spiega suor Maddalena.
Il lavoro delle Suore della Riparazione si associa a quello dei frati della Brunella per il pranzo, mentre si attende che possa entrare in funzione la mensa della Croce rossa. Ci sono poi inziative come quella del “Banco di Solidarietà Alimentare -Non solo Pane” che nel 2012 ha registrato 2513 persone assistite sul territorio di Varese ed altre associazioni che collaborano per ridurre l’emergenza dei senzatetto. «La gente è disperata. Qui vengono a mangiare – continua Suor Maddalena –, ma avrebbero bisogno anche di un dormitorio per la notte, altrimenti si trovano a dormire in posti dove il cielo stellato è per loro la compagnia di tutte le notti. Il dormitorio di via Maspero – spiega Suor Maddalena, non basta più». Così come sembra non bastare il dormitorio gestito dagli Angeli Urbani in Piazza Trieste.
LETTI E COPERTE PER I SENZATETTO
I SENZATETTO ACCOLTI DA SAN CARLO
Una crescita esponenziale quindi, quella registrata in questi anni dalle persone che si occupano di servizi di assistenza per le persone bisognose. A confermarlo è anche Luisa Oprandi, varesina che da anni fa volontariato nella struttura di via Luini: «Faccio volontariato da tanti anni e ho visto aumentare di anno in anno le persone che hanno bisogno di assistenza, così come è cambiata la tipologia di povertà. Oggi sono intere famiglie a rivolgersi alle mense e non più il singolo. Proprio per questo è da anni che cerchiamo di raccogliere vestiti, scarpe anche per i più piccoli. Quest’anno inoltre, per Natale abbiamo avviato una raccolta di giocattoli e libri per i più piccoli così da poter far loro un piccolo regalo per Natale». La solidarietà non si ferma qui. Anche per la notte di Capodanno infatti, è stato organizzato un cenone speciale: «Lo faremo all’Oratorio di Giubiamo ed è aperto a tutte le persone che non possono permettersi un pasto caldo, alle famiglie bisognose ma anche alle persone sole. L’anno scorso eravamo circa 150, tra volontari e persone disagiate». Un ricco menù, anche pensato per i mussulmani, sarà quindi servito in tavola durante la notte di San Silvestro. «È organizzata da volontari e aperta a tutti. Il contributo per chi può permetterselo è di dieci euro, altrimenti il pasto è gratuito. Sono diversi gli sponsor che ogni anno ci aiutano a sostenere la cena».
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