Scatta il sequestro preventivo, ma l’Atahotel di Ligresti è già in ferie
Il provvedimento emesso dal gip di Torino ed eseguito dalla Guardia di Finanza del capoluogo piemontese colpisce altri beni della Fondiaria Sai tutti riconducibili alla catena alberghiera Atahotels. Gli inquirenti hanno stimato che il profitto illecito riferibile a Fondiaria Sai, alla famiglia Ligresti e agli ex top manager della compagnia assicurativa, sia pari a 251,6 milioni di euro
Il fatto che sul cancello del mega hotel di via Albani ci sia appeso un cartello con la scritta «L’Atahotel Varese rimarrà chiuso per ferie dal 04 agosto al 25 agosto» è solo una semplice coincidenza. Da oggi, 12 agosto, l’imponente struttura, costruita in occasione dei campionati mondiali di ciclismo del 2008, è stata sottoposta anche a sequestro preventivo, provvedimento emesso dal gip di Torino Silvia Salvadori ed eseguito dalla Guardia di Finanza del capoluogo piemontese, che colpisce i beni patrimoniali e disponibilità finanziarie di Fonsai, dei componenti della famiglia Ligresti e degli altri arrestati nell’inchiesta Fondiaria Sai.
Oltre all’hotel "Varese", il provvedimento di sequestro riguarda altri beni immobiliari della società Fondiaria Sai, ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle società e degli enti, tutti riconducibili alla catena alberghiera Atahotels, tra cui l’hotel “Principi di Piemonte” a Torino, il complesso turistico di Taormina “Naxos Beach”, il “Golf Hotel Campiglio” nel cuore delle Dolomiti, nonché il “Grand Hotel Fiera Milano”. Poiché il sequestro vuole colpire il diritto di proprietà e non mira ad incidere sulla sua gestione, le strutture – tranne quella di Varese che è in vacanza fino al 25 agosto – continueranno a svolgere la loro attività normalmente.
Continua, dunque, l’indagine della procura e delle Fiamme Gialle di Torino, iniziata il 17 luglio scorso con l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti delle sorelle Giulia Maria e Jonella Ligresti e di Emanuele Erbetta, già amministratore delegato della compagnia assicurativa, e gli arresti domiciliari per Salvatore Ligresti, l’altro amministratore delegato pro-tempore Fausto Marchionni, nonché l’ex top manager immobiliarista del Gruppo Antonio Talarico, tutti accusati di aver falsificato il bilancio del 2010 (approvato ad aprile 2011), con l’aggravante di aver procurato un gravissimo danno ad almeno 12.000 risparmiatori, e di aver fornito una falsa informazione al mercato, avendo occultato un buco nelle riserve sinistri di non meno di 600 milioni di euro. Un provvedimento di carcerazione, allo stato non eseguito, è stato spiccato anche nei confronti di Gioacchino Paolo Ligresti, fratello di Giulia Maria e Jonella, il quale, però, si trova ancora in Svizzera.
Secondo le indagini svolte dai magistrati inquirenti e dai militari del nucleo di polizia tributaria di Torino, si stima che il profitto illecito, derivante dalla commissione di tali reati, sia complessivamente pari a 251,6 milioni di euro, riferibile a Fondiaria Sai, alla famiglia Ligresti e agli ex top manager della compagnia assicurativa.
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