La Provincia dice “no” al Cementificio di Lonate
Nuova valutazione da parte dell'Ente sulla possibilità che alcuni privati possano costruire un cementificio di 10mila metri quadri: "Insostenibile dal punto di vista ambientale"

Nuova valutazione da parte della Provincia di Varese sulla possibilità che alcuni privati possano costruire un cementificio di 10mila metri quadri in un terreno verde al confine al confine tra Lonate, Tradate, Venegono e Gornate, su un’area che si estende su circa 80mila metri quadri.
Nei giorni scorsi è infatti giunto in Municipio il parere della Provincia che ribalta la posizione espressa nel 2013. Nelle prossime settimane vi dovrebbe essere la conferenza dei servizi regionale che si dovrà esprimere sul progetto presentato dalla ditta Acv di Virginio Amabile. Valutazione che si basa soprattutto sui pareri degli enti coinvolti come, appunto, la Provincia, Arpa e Vigili del Fuoco.
Il comune di Lonate Ceppino, come aveva spiegato il sindaco Massimo Colombo, aveva mandato tutta la documentazione agli altri enti, prima di fare il passaggio definitivo in consiglio comunale per il cambino di destinazione d’uso dell’area, che dovrebbe passare da Agricolo a Produttivo, per permettere la realizzazione del capannone.
La problematica sulla progetto e sul possibile insostenibilità ambientale era stata sollevata da alcuni residenti che avevano denunciato quanto stesse accadendo e avevano chiesto il coinvolgimento di Lemgambiente. Ora c’è questa presa di posizione della Provincia, che rimette tutto il progetto in discussione e peserà notevolmente sulla decisione della Conferenza dei servizi.
«La valutazione dice che è insostenibile dal punto di vista ambientale – spiega il vicepresidente della Provincia, Giorgio Ginelli -. Lì esiste un deposito di inerti che è ancora attivo e finchè non è completato il piano di recupero ambientale dell’area non si può procedere con altro. Quindi non è possibile considerare parte del territorio come compensazione agricola, fino a quando non verrà recuperata dal punto di vista ambientale l’area. Questo perché da parte del soggetto sono stati proposti come compensazione dei terreni dove è ancora attivo il deposito di inerti. Inoltre, l’area preposta a compensazione, circa 10mila metri quadri, è inferiore all’area di intervento, e noi ne chiediamo almeno il pareggio. Quindi, invitiamo il comune ad attivarsi verso gli organi competenti regionali perché allo stato attuale la variante prevede consumo di suolo che viola legge 31/14».
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