Dopo una vita in senologia, va in pensione il dottor Giardina
Con una lettera, le sue pazienti storiche lo ringraziano per le cure e il sostegno ricevuti nel momento doloroso della loro vita. Il racconto dell'oncologo nato e cresciuto all'ospedale di Varese
«Caro Dottor Giardina, TI RINGRAZIAMO DI CUORE». Così inizia la lettera di ringraziamento scritta da alcune pazienti storiche dell’oncologo di Varese che andrà in pensione il prossimo 1 dicembre.
Una lettera in cui Mery, Armanda, Chiara, Cinzia C., Cinzia B., Giovanna, Lisa, Livia, Patty, Rosy, Shona, Stefania ricordano il medico ma anche l’amico, lo specialista a cui affidarsi certe di trovare anche una valida spalla: « Finisce così un cammino fatto interamente all’ospedale di Varese – commenta il dottor Giovanni Giardina – mi mancherà il contatto con la gente, l’aspetto scientifico con il costante aggiornamento in un settore che evolve velocemente, il lavoro quotidiano in corsia. Non rimpiangerò, invece, la burocrazia che intasa il lavoro giornaliero».
“Quando entriamo in reparto oncologia da pazienti, proviamo sentimenti negativi come paura, rabbia, frustrazione o rassegnazione. Quello che è riuscito a fare il Dottor Giardina in questi anni è stato miracoloso, è andato oltre il rapporto superficiale di medico-paziente. Ogni volta che ci visitava riusciva a farci sentire “donne”, non semplici malate, ci faceva sentire speciali, questo suo modo di rapportarsi con noi ci faceva bene al cuore, ci dava la forza di comprendere cose che mai avremmo immaginato di dover affrontare” affermano nella lettera le sue “mammelle storiche” come si firmano perchè quello era il nome che lui aveva scelto per quel gruppo di donne con tumore al seno:
« Nei miei anni in senologia ho sempre cercato il meglio per le mie pazienti dal punto di vista clinico ma anche umano e psicologico. Nel tempo, sono riuscito a instaurare un rapporto di fiducia profondo. In senologia da anni lavoriamo per migliorare e completare l’accoglienza e la cura delle donne. Un pezzettino alla volta, per occuparci di loro a 360 gradi. Non sempre ci riusciamo ma ogni il nostro impegno è sempre massimo»
“Insieme a Te abbiamo condiviso paure e felicità che rimarranno per sempre nei nostri cuori. Ora Ti dobbiamo salutare, non Ti vedremo più in reparto oncologia, ma il rapporto che Sei riuscito a creare con noi è sempre stato “oltre” l’ospedale, spesso ci incontriamo per mangiare una pizza o per assaggiare uno dei deliziosi risotti che Tu ci cucini”.
« È stata sempre un’emozione vedere ritornare il sorriso sul volto di una donna che era arrivata terrorizzata – ricorda il medico – L’impatto con la diagnosi è sempre drammatica: è un momento che va gestito con attenzione, senza spaventare ma spostando l’attenzione sul piano delle cure anche perché oggi, la sopravvivenza del tumore al seno supera il 90%».
Il ricordo più caro: « Una donna giovanissima che arrivò da noi mentre era ancora studentessa. Dopo la guarigione è andata a Parigi a studiare, lì ha conosciuto il marito, si è sposata e ha avuto ben due figli. La notizia migliore che noi medici possiamo ricevere: la vita che riprende piena. Sono piccoli segnali di riconoscenza che ti confermano la validità del tuo impegno».
Com’è cambiata oggi la medicina?
« Nel mio campo tantissimo: solo vent’anni fa si sparavano “cannonate” contro dei topolini. Oggi abbiamo terapie personalizzate, basate su caratteristiche biologiche individuali con medicinali innovativi. Oggi questo tumore è molto spesso curabile»
Cosa farà dal mese prossimo?
« Certamente mi prendo un mese sabbatico. Poi, da gennaio, non appenderò certo il camice al chiodo».
«Ci chiami affettuosamente “le mie mammelle storiche”, sei sempre stato un Amico per noi, hai visto le nostre lacrime e i nostri sorrisi, grazie di cuore per l’amore con cui sei riuscito a svolgere la Tua delicata professione di Oncologo».
Le Tue “mammelle storiche”.
Mery, Armanda, Chiara, Cinzia C., Cinzia B., Giovanna, Lisa, Livia, Patty, Rosy, Shona, Stefania.
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