Torna la sperimentazione fotografica al Castello di Masnago

Dopo molti anni il Castello di Masnago torna a proporre un tipo di fotografia diversa, legata alla sperimentazione. Come e perchè? Lo raccontano il curatore del museo e uno degli artisti

Ricerca e sperimentazione fotografica al Castello di Masnago. Con la mostra Catalogo interiore del contemporaneo. Il corpo e il luogo, fino all’8 maggio.  Dopo molti anni il Museo di Arte moderna e contemporanea del Castello di Masnago torna a proporre

Con la mostra Catalogo interiore del contemporaneo. Il corpo e il luogo il Castello di Masnago propone le sperimentazioni di autori per cui la macchina fotografica è solo uno, e nemmeno il più rilevante, degli strumenti impiegati. Opere che a un primo sguardo non sempre si mostrano per quello che sono, per l’uso, ad esempio, di materiali e tecniche inusuali o alterate. Come e perché è avvenuta questa scelta?

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La nuova frontiera della fotografia in mostra al Castello di Masnago 4 di 20

«Era un po’ di tempo, ormai, che il Castello di Masnago non ospitava una mostra dedicata alla ricerca fotografica contemporanea – spiega il curatore del museo, Daniele Cassinelli – I percorsi intrapresi in questi ultimi anni hanno privilegiato lo studio e la proposta di altri temi, legati alle collezioni, al territorio o a figure di eccellenza nelle arti o nell’architettura. Ma con la pubblicazione del volume Catalogo dei dipinti e delle sculture 1500-1950 nel 2014 e, recentemente, della Guida alle collezioni abbiamo realizzato un risultato importante in termini di valorizzazione del Castello, e questo ha consentito di pensare nuovi percorsi. Mi è sembrato che il modo migliore per riprendere il racconto dell’arte fotografica fosse partire da Varese tenendo però uno sguardo nazionale e internazionale. L’occasione per farlo è stata l’approfondire la ricerca di Giacomo Vanetti, varesino, fotografo, formatosi tra l’Italia e la Spagna, di cui ho scoperto il lavoro un paio di anni fa».

«Ho avuto modo di discutere più volte di fotografia con Daniele Cassinelli, e poi di mostrargli le mie foto – spiega Giacomo Vanetti – Ci siamo così trovati d’accordo sul provare a esporre al Castello un “lavorare fotografico” diverso, fatto di ricerca e sperimentazioni tecniche e formali. Nell’ufficio di Cassinelli ci sono due piccoli (bellissimi) lavori di Natale Zoppis, manipolazioni di pellicole polaroid. Siamo partiti da lì, quindi anche un po’ dalla storia, che è stata bella e notevole, delle mostre fatte a Varese in passato. Così ho contattato Daniela Giordi, poiché lo scorso autunno avevo partecipato, proprio con Zoppis, a una collettiva da lei curata a Torino. E Daniela ha proposto di realizzare la mostra Catalogo interiore del contemporaneo. Il corpo e il luogo invitando fotografi italiani e stranieri».

Il Castello ha un nucleo di fotografie contemporanee, oltre a Zoppis ci sono Giampiero Agostini, Francesco Radino e altri: «Anche per questo il progetto è piaciuto subito in assessorato, perché è sembrato giusto per la città, oltre che utile per proseguire nello sforzo di aprire le porte del Castello – come di tutti i musei della città – ai non varesini – spiega Cassinelli – È anche da Milano, Como, Novara, il VCO e il Ticino che proviene il nostro possibile pubblico, oltre che dall’intera provincia. La visione dev’essere quella di partire da Varese ma, contemporaneamente, allargare il più possibile lo sguardo».

Importante è l’apporto, nella mostra, del varesino Giacomo Vanetti: «Insieme con la curatrice ho scelto sei tra i miei lavori, realizzati a partire dal 2010. Si tratta di 3 progetti fotografici, 2 video e un progetto installativi foto + video (+ poltrona, come scopriranno i visitatori). Daniela ha coinvolto altri sedici fotografi, creando un percorso che lei stessa ha ben definito “un gioco di specchi, rimandi, analogie formali, concettuali ed espressive”. Oltre a Natale Zoppis, espongono con me Domenico Borrelli, Franco Borrelli, Fulvio Bortolozzo, Claudio Cravero, Giorgio Cutini, Dora Damiano, Beba Dandini, Olivier Durrande, Gianni Fioccardi, Silvia Fubini, Pierluigi Manzone, Paolo Minioni, Enrico Peyrot, Nicolò Quirico, Paola Risoli. L’allestimento non prevede pannellature né particolari “macchine sceniche”: ogni opera è presentata secondo il proprio carattere».

Il Castello di Masnago nasce come fortilizio medioevale. Alla torre, il nucleo più antico dell’edificio, si sono aggiunte nel Quattrocento una prima ala, celebre per il suggestivo ciclo di affreschi, e una ulteriore nel Settecento. Quest’ultima ha mutato l’antico maniero, rendendolo come lo conosciamo noi oggi. Le sale per esposizioni sono nella parte settecentesca, caratterizzate da splendide vedute del parco ma con ovvi vicoli d’uso. «In più di un caso l’artista ha studiato in prima persona gli ambienti e scelto di conseguenza l’allestimento dell’opera – spiega il curatore – Paolo Minioni ad esempio ha realizzato un grande pannello di legno per appendervi la serie Cumuli, appoggiandolo poi alla parete, mentre Giacomo ha fatto ricorso, in parte, alle teche del museo».

Parallelamente all’esposizione «abbiamo pensato di proporre alcuni appuntamenti condotti con linguaggi e approcci diversi, non strettamente fotografici – spiega Vanetti –  Questo perché vorremmo coinvolgere un pubblico ampio e articolato, non solo i più appassionati e intenditori. La prima serata in calendario è Etilografia, ovvero una visita guidata alla mostra condotta non da un critico d’arte ma dalla sommelier Eleonora Martinelli, che venerdì 18 marzo racconterà alcune “storie di vino” ispirata dalle opere in mostra. Il 20 aprile si svolgerà l’incontro con il fotografo valdostano Enrico Peyrot organizzato in collaborazione con l’ordine degli Architetti. Ma per quel che mi riguarda la serata clou è quella del 29 aprile, quando il collettivo sperimentale Niton sonorizzerà dal vivo il mio video In punta di piedi: è un appuntamento che aspetto io stesso con ansia perché ritengo ne uscirà una serata inedita, piena di stimoli e molto suggestiva. Da parte mia contribuirò anche con la proposta di alcuni laboratori in camera oscura, sempre presso il Castello: non un corso di camera oscura, ma una sessione di tre ore in cui lavorerò coi partecipanti secondo il mio approccio, che è tecnico ma soprattutto artistico. Sono molto contento di “aprire” il lavoro in camera oscura a tutti – i più giovani nemmeno sanno di cosa si tratta! – e di aver contribuito a portare una certa sperimentazione e ricerca contemporanea nei musei di Varese».

Catalogo interiore del contemporaneo. Il corpo e il luogo.
Museo di arte moderna e contemporanea del Castello di Masnago, fino all’8 maggio.
www.varesecultura.it

Pubblicato il 15 Marzo 2016
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