Marcuzzi, dopo “Lo spezierie” arriva “Thrillogy”
Tre brevi romanzi con intarsi della dolce e piccante vita di provincia. Una serata di presentazione ricca di sorprese
Una serata di musica e letteratura che vedrà in azione l’eclettico Marco Marcuzzi, reduce dalla sua ultima fatica letteraria.
Dopo Lo speziere di Porto Valtravaglia, l’autore torna con Thrillogy. Tre brevi romanzi, tre protagonisti: dal calzolaio, maestro di vita, d’amore e coraggio di un liceale poco motivato; al bigotto, sostenitore di certezze e incrollabili verità; al musicologo, stimato professore in pensione alla ricerca di un’oasi di pace nella sua villa in collina vista lago.
La presentazione del testo avverrà il prossimo 27 aprile alla sala consiliare di Cuveglio; la serata, ad ingresso libero e a cui seguirà rinfresco, sarà presentata dal giornalista Davide Boldrini e allietata da note musicali dello stesso autore.
LA TRAMA – Nel dipanarsi delle vicende i toni leggeri degli incipit vanno trasformandosi in un crescendo di colpi di scena fino a determinare situazioni paradossali, nelle quali la bellezza del Lago Maggiore fa da intimo sfondo all’ineluttabilità degli eventi.
Cinici, spietati e romantici al tempo stesso: questa l’essenza dei personaggi laghé di Marcuzzi, protagonisti che vanno ancora una volta a sfatare il mito della ‘nobile giustizia universale’.
L’AUTORE – Marco Marcuzzi nasce a Treviso nel ’62. Figlio di un noto illustratore, cresce a Venezia, poi a Firenze e in Valcuvia. Dopo l’Accademia di Belle Arti di Brera, intraprende la professione di pianista e compositore di musica per cinema e teatro, a cui abbina per alcuni anni anche l’attività di fotografo per la quale gli vengono pubblicati due libri di immagini sulla Toscana. Tornato a vivere sul Lago Maggiore, a cui è intimamente legato, dopo un periodo di travaglio interiore scopre il piacere della scrittura con cui può esprimere quella parte di sé fino ad allora contenuta. Nei suoi romanzi emergono il cinismo veneziano, la causticità toscana e la fantasia crudele che aleggia nelle valli del lago: ingredienti piccanti dell’esistenza che col pianoforte non gli era possibile raccontare.
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