Il maggiociondolo di montagna

Alla scoperta di fiori e arbusti lungo la salita delle PIzzelle al sacro Monte

Maggiociondolo di montagna

Il giorno 20 maggio approfittando del tempo decisamente bello, soleggiato e caldo, decido di partire da casa poco dopo le nove con l’obbiettivo di fare il giro delle Pizzelle in modo completo e precisamente percorrendo in salita il sentiero più basso, arrivato al valico imboccare la strada per Fontana rossa, dopo un centinaio di metri deviare in direzione del sasso caduto, proseguendo per questo sentiero fino alla sua interruzione per una frana avvenuta negli scorsi anni, da qui inizierà il ritorno ripercorrendo il sentiero utilizzato per l’andata fino al valico, da qui prendere il sentiero che porta alla cima e da lì scendere verso il Pratone e proseguire per il sentiero del bosco. Il programma mi piace molto ma va realizzato.

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Il maggiociondolo lungo le Pizzelle 4 di 13

Sceso dall’auto mi incammino per il sentiero più in basso, come previsto, soltanto che dopo aver percorsi una cinquantina di metri noto sulla destra un bel fiore blu con qualche sfumatura violacea si tratta di un’Aquilegia comune (Aquilegia communis) , non lasciamoci prendere dall’aggettivo di comune che, seppure vero per il resto del mondo, non è vero per la nostra zona dove abbonda l’Aquilegia scura, ma è abbastanza  raro vederne una blu; devo dire che personalmente è la terza volta che ho l’occasione di ammirarne una di questo colore nel parco. Faccio una decina di passi e ti vedo un Maggiociondolo di montagna (Laburnum alpinum)  il cui tronco presenza una corteccia, quasi liscia ma meno sfogliante che non nel maggiociondolo comune, anche più verde e mancanza di rosso la conferma di quanto detto sarà data dall’esame dei baccelli con non più di 4 semi in quello di montagna i sette e più in quello comune. Faccio un centinaio di passi e vedo una orchidea priva di clorofilla è un Nido d’uccello (Neottia nidus-avis) una delle orchidee saprofite che di norma mi capita di vedere sull’altro sentiero a salire ma che qui è un evento del tutto eccezionale anche perché ben diverso è il livello di umidità di questa zona rispetto all’altra, questa orchidea si presenta piuttosto asciutta nel senso che non lascia intravvedere il polline sul labello dei suoi numerosi fiori, il nome di questi orchidea è legato all’intreccio delle sue radici che assomigli al nido degli uccelli ; ancora pochi passi e vedo un sentierini che dovrebbe condurmi all’Erba perla azzurra (Buglossoides purpuro-caerulea) una borragincea che pre i suoi fiori di un bel colore rosso e che diventano poi di un colore blu molto vivace la sfortuna vuole che li abbia trovati tutti blu, la cosa strana e che la visita a questo sito l’ho sempre effettuata ne mese di giugno trovando qualche fiore ancora rosso. Ritorno fino a riprendere il sentiero per la salita, mi guardo attorno per cercare traccia delle orchidee del mese di giugno, ma malgrado le mie ricerche non vedo alcun segnale al riguardo, pertanto decido di proseguire finché un ramo di fiori bianchissimi attrae la mia attenzione si tratta di un ramo di Biancospino comune (Crataegus monogyna) una rosacea un tempo  comune nei nostri orti per le proprietà terapeutiche che le venivano riconosciute anche il miele derivato da questo fiore era un tempo consigliato  alle persone con disturbi cardio circolatori. Mi conviene affrettare l passo perché a mio avviso si è fatto già tardi ed il sole è quasi a picco ma sono quasi al valico mi ricorda il profumo dell’Aglio orsino (Allium ursinum)  liliacea molto presente nella zona e con un odore inconfondibile, ricordo che quando negli anni novanta uscivo come Guardia ecologica nelle uscite naturalistiche vi era sempre, particolarmente fra i più anziani chi ricercava qualche giovane foglia per insaporire l’insalata non rendendola indigesta.

Arrivato al valico del M. Pizzella decido di proseguire secondo il programma stabilito, superato il sasso  e due scoli d’acqua sento i rintocchi di un campanile e mi sembra di averne contati ben 11, decido di fermarmi e guardare l’orologio che in effetti segna le 11 per cui ritengo inopportuno proseguire anche se avrei potuto fotografare almeno la Peonia selvatica e presumibilmente qualche orchidea, malgrado questa prospettiva mi attragga attuo la decisione di ritornare sui miei passi abbastanza rapidamente ovviamente non trascurando di fotografare i fiori di un ceto interesse. La prima cosa che vedo è l’Asparago selvatico (Asparagus tenuifolius)  che in questa stagione mostra i suoi fiori molto piccoli e che raramente giungano al frutto per fortuna la pianta si estende per le radici rizomatose, solo in pochi punti del parco si potranno ritrovare  i frutti con i relativi semi; altro arbusto di un certo interesse è il Caprifoglio peloso (Lonicera xylosteum)che ha la particolarità di mettere i fiori gemellari rivolti verso l’alto così come poi i frutti anch’essi gemellari e rivolti verso l’alto, la particolarità dei frutti gemellar è tipica delle caprifogliacee e raggiunge il massimo nel caprifoglio alpino dove i frutti sono d norma siamesi.

A questo punto accelero la discesa e giunto al bivio del pratone lo imbocco, non mi fermo a fotografare l’orchidea Cefalantera gialla ma invece fotografo l’Aquilegia rosa presumibilmente sfuggita qualche anno fa da una coltivazione e da qualche anno spontanea, altra cosa di un certo interesse è un ciuffo di Erba fragolina (Sanicola europea) che è fra le 50 piante che godono della protezione europea perché sta scomparendo, devo dire che nel parco è abbastanza diffusa, la scarsità di fotografie è che di norma preferisce luoghi freschi e ombrosi quindi difficile da poterla fotografare , anche le sue notevoli proprietà farmaceutiche sono poco note anche agli stessi operatori del settore.

La domenica 22/5 con la moglie mi reco a villa Cagnola, alla Rasa di Varese, per vedere la fioritura dell’orchidea, anch’essa priva di clorofilla e pertanto saprofita, chiamata Fior di legna (Limodorum abortivum) ne avevo visti una decina di steli fiorali la domenica precedente, sono tornato il martedì e alcuni boccioli erano già appassiti senza schiudersi, è tipico di questa orchidea che non a caso ha nel secondo nome il termine dii abortivo che si riferisce al fiore, poi il sabato sono andato sul posto ma a causa di una indisposizione ho dovuto rinunciare a vederli, oggi finalmente ne vedo sbocciati parecchi e quindi finalmente posso realizzare  le foto; poco più avanti il Lilioasfodelo maggiore (Anthericum liliago) attira la mia attenzione, scendendo incontro due Listere maggiore ma le foto danno poco risalto alle stesse e quindi ne rinvio la pubblicazione a quando saranno fiorite quelle del M. 3 croci attualmente in bocciolo, in compenso trovo un Raponzolo minore (Phyteuma globularifolium) che si lascia fotografare.

Teresio Colombo

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Pubblicato il 31 Maggio 2016
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