Un nuovo piano industriale per chiudere nel 2021
La richiesta è arrivata ufficialmente dai sindaci per valutare l'opzione di posticipare la chiusura nel 2021. La rabbia dei comitati: "Pensate alla nostra salute, non ai soldi"

Inizia ufficialmente l’iter per posticipare (di nuovo) la chiusura di Accam. Giovedì sera un folto gruppo di sindaci (tra cui i grandi azionisti Busto, Gallarate e Legnano) si sono riuniti per chiedere alla società di preparare un nuovo piano industriale che preveda la chiusura dei forni nel 2021.
Non che si tratti di una novità. Durante l’ultima assemblea dei soci era proprio questa la linea passata a larghissima maggioranza e quello in questione è semplicemente un atto dovuto che ha fatto seguito alla decisione. Ora però i tempi saranno strettissimi per due motivi: da un lato ci sono le necessità contabili della società (l’approvazione del bilancio avverrà solo dopo l’eventuale approvazione del nuovo piano industriale, ndr) e dall’altro c’è Amga che chiede chiarimenti sul progetto del suo impianto per l’umido. A dicembre scade infatti l’autorizzazione che la società ha ottenuto per la realizzazione dell’impianto per la Forsu in via Novara e l’aziende non ha assolutamente intenzione di mandare in fumo tutto il lavoro fatto.
In tutto questo caos -tra comuni che paventano l’arrivo della Corte dei Conti e altri che sarebbero pronti a liquidare la società per conferire a tariffe minori- c’è Busto Arsizio che non ha ancora chiarito ufficialmente il destino dell’area. Se infatti il sindaco Emanuele Antonelli è tornato sui passi del suo predecessore dichiarando più volte che Busto potrebbe lasciare l’area dove oggi sorge l’impianto, quell’impegno non è mai stato messo nero su bianco.
E così, mentre sindaci e tecnici si concentrano sui bilanci, i comitati si preparano alla battaglia per convincere a mantenere l’impegno della chiusura entro il 2017. “Ancora una volta i sostenitori dell’incenerimento vogliono inquinarci per molti anni ancora” scrive in una nota il Comitato ecologico inceneritore e ambiente di Borsano, che si appella direttamente ad Antonelli: “Certamente al comune di Gallarate ed ai comuni fuori dal raggio di inquinamento interessano solo i soldi, ma la salute di persone sotto il camino Accam non ha prezzo“.
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