Di fiori e colori tra il villaggio Cagnola e le Pizzelle

Le passeggiate di Teresio Colombo ci portano alla scoperta di fiori e piante nel Parco del campo dei Fiori

Tra il villaggio Cagnola e le pizzelle

Il giorno 5 maggio ho scelto come meta della uscita il parco del villaggio Cagnola alla Rasa di Varese, la motivazione vera è quella di verificare la fioritura della orchidea fior di legna di cui ho osservato una ventina di esemplari racchiusi in un’area di una decina di mq che dovrebbero essere fiorite.

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A spasso tra la Rasa e le PIzzelle 4 di 16

E’ la prima volta che raggiungo il villaggio con un autobus e scopro che non è dovuto il pagamento di un biglietto aggiuntivo a quello delle altre linee urbane, che la fermata in andata è all’ingresso del parco ma per ritornare dovrò avvalermi della fermata della “fonderia”. Arrivato al villaggio scelgo di salire dal primo tratto di strada in terra battuta fino al tempietto per poi prender a destra per un breve, poco più di cento metri, tratto in pianura per salire poi da una scalinata a sinistra per trovare i fior di legna che trovo sì numerosi ma non ancora fioriti per cui scelgo di proseguire almeno sino al monumento che ricorda i caduti della prima guerra mondiale.

Il primo fiore ad attrarre la mia attenzione è il Cardo dentellato (Carduus defloratus) (01) una asteracea assai comune, immediatamente più in basso trovo alcune piantine di Trifoglio dubbio (Trifolium dubium) (02) anche questa leguminosa è assai comune; al bivio prendo il sentiero a destra che porta rapidamente alla statua, è lì che subito dopo averlo imboccato trovo alcuni esemplari di Erba limona comune (Melittis melissophyllum) (03) la lamiacea che questa volta mi sembra più colorita del solito; subito dopo una bella piantina di Asparago selvatico (Asparagus tenuitfolius) (04) questa liliacea è in piena fioritura anche se sarà difficile che qualcuno di questi fiori dia vita al frutto, fortunatamente la pianta si può espandere anche con il rizoma perenne ho trovato alcune volte il frutto maturo verso luglio in luoghi ad elevata umidità; finalmente sono arrivato dove la salita spiana un poco, sento il profumo tipico che emana il fiore del Frassino da manna (Fraxinus ornus) (05,06) che vedo fiorito sia sulla parete rocciosa sia sulla pianta a cui sono vicino questa oleacea è sub-spontanea nei nostri boschi perché ama climi caldi ma se piantata in luoghi adatti si moltiplica spontaneamente; prima di arrivare alla statua noto la fioritura delle Vedovelle celesti (Globularia cordifolia) (07,08) tipiche della roccia calcarea con le foglie rinverdite dopo essere annerite per tutta la stagione invernale; superata la statua si arriva nella parte piana da dove si gode un panorama che ritengo bello tanto da fotografarne uno scorcio (09) che ritengo significativo; siccome non trovo le orchidee che speravo di ritrovare, dopo aver ricercato le tracce delle centauree gialle e rosse, decido di iniziare la discesa dal sentiero principale dove ritrovo la Salvastrella minore (Sanguisorba minor) (10) una rosacea dal fiore insignificante che miei conoscenti del centro Italia e francesi colgono per insaporire le insalate mentre il Dr. Peroni la consiglia per preparazioni per gargarismi in funzione antisettica; su una roccia scorgo uno Sparviero dei boschi (Hieracium murorum) (11) anche questa composita è frequente nei boschi del varesotto; finalmente vedo il Citiso scopario (Cytisus scoparius) (12) completamente in fiore e mi fermo a fotografarlo, anche se questa leguminosa siamo abituati a chiamarla ginestra; ecco un altro Sparviero orecchia di topo (Hieracium lactucella) (13)  confrontato con il numero (10) si può vedere che i due fiori sono del tutto simili la differenza è solo nell’apparato fogliare.

Il giorno 8, avendo pranzato abbastanza fugacemente. accetto il passaggio della figlia sino ad una fermata dell’autobus della linea “C” con direzione Sacro Monte, purtroppo scendendo in piazzale Pogliaghi mi accorgo che le calzature sono del tutto inidonee per un giro nei boschi e quindi devo riprogrammare l’uscita che non può più essere la discesa verso la Rasa con deviazione per la V cappella ma può essere un rapido giro sui pendii del Monte Pizzella al massimo sino all’acquedotto. Mi incammino seguendo il sentiero che parte dal bar denominato “Ceppo” terminati gli scalini guardo nel sottobosco alla ricerca di orchidee, vedo 3 neottie ancora chiuse e passo oltre vedo una cefalantera di un certo interesse ma non ancora dischiusa finché non mi cade l’occhio su due Nido d’uccello (Neottia nidus-avis) (14) con fiore aperto da non più di 24 ore come dimostra il polline presente sul labbro superiore di ciascun fiore; a questo punto decido di entrare nel bosco a cercare l’Erba perla azzurra (Buglossoides purpuro-caerulea) (15) che effettivamente ritrovo e fotografo i fiorellini già diventati blu rispetto l rosso granata dei fiori appena sbocciati, di questo fiore, ormai raro nella provincia è opportuno segnalare la presenza al Parco perché trattasi di specie in via d’estinzione e che deve essere protetta; a questo punto decido di andare a vedere la zona dell’acquedotto  che devo dire è un orto botanico per la ricchezza delle specie che s trovano all’interno e nelle vicinanze del recinto oggi all’interno ho trovato già fiorite una decina di Cefalantera maggiore (Cephalanthera longifolia) (16), una orchidea fra le più diffuse nel Parco assieme ad un’altra, l’Orchide screziata (Orchis tridentata) (17) in numero minore ma perché più in ritardo, non posso trascurare la macchia di Ginestrino comune (Lotus cornicolatus) (18), la piccola leguminosa presente in tutto il territorio del Parco. Contento di quanto fotografato decido di scendere dal sentiero parallelo alla strada dove posteggiano le auto ma incontrando un Caprifoglio peloso (Lonicera xylosteum) (19) non perdo l’occasione di fotografarne un ramo fiorito.

Teresio Colombo    

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Maggio 2017
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