Antropolaroid, immaginazione, musica, memoria
Spettacolo di cupa bellezza, struggente, attraversato da un’inquietudine dolorosa, dove a tratti si coglie ugualmente, amaramente, l’occasione di ridere. Appuntamento sabato 17 a Villa Menotti
Definire Antropolaroid non e semplice: ad oggi non c’e nulla di paragonabile al lavoro originalissimo di Granata. Forse dovremmo chiamare in causa Charlie Chaplin, ma anche il teatro dei racconti e della terra sicula o semplicemente un lavoro sull’immaginazione, la musica, la memoria.
Antropolaroid, spettacolo di cupa bellezza, struggente, attraversato da un’inquietudine dolorosa, dove a tratti si coglie ugualmente, amaramente, l’occasione di ridere, per la caratterizzazione dei personaggi, il loro susseguirsi sulla scena, per l’abilita stessa dell’attore nel trasformarsi: tante le metamorfosi Straordinario Tindaro Granata da solo racconta di figure familiari, di generazioni, di una terra, la Sicilia, da cui anche allontanarsi. Con il proposito di andare a Roma, diventare attore, fare del cinema …
Perche dentro questo spettacolo ad alta condensazione ed intelligenza teatrale, ci sono, rielaborate con molta sensibilita, schegge di storia dello stesso interprete in scena, con quel titolo che fonde insieme la ricerca antropologica con lo scatto fotografico, la memoria trattenuta nell’immagine, racconto tramandato, vissuto profondamente.
Antropolaroid è creazione teatrale colma di molte emozioni, per il testo, la recitazione, per la concretezza e l’universalita della narrazione, il ritmo avvolgente.
Tindaro Granata passa attraverso i decenni in molteplici ruoli, ad ogni eta, maschio o femmina, tra giochi, balli, lavoro, relazioni familiari, paure, brevi passaggi ogni volta a comporre dialoghi, legami, situazioni, lui solo e tanti . La novita di uno spettacolo come Antropolaroid sta nell’utilizzo di una tecnica, antica, come quella del “cunto”, che viene scomposta e il meccanismo del racconto viene sostituito dalla messa in scena dei dialoghi tra i personaggi del racconto. Non vengono narrati i fatti, ma i personaggi parlano tra di loro e danno vita alla storia.
Trama
Francesco Granata nel settembre del 1925 si impicca perche scopre di avere un tumore incurabile. La moglie , incinta, sola, si reca spesso al cimitero per “bestemmiare” sulla tomba del marito. Il figlio Tindaro Granata nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato da un noto mafioso di Patti. Maria casella, nel ’44, si innamora di Tindaro che incontra ad una serata di ballo organizzata da suo padre per presentargli il suo futuro sposo, un ufficiale tedesco. La giovane si oppone al matrimonio, scappa con Tindaro, facendo la “fuitina”. Teodoro Granata nasce l’anno dopo. Diventato adulto, Teodoro emigra in Svizzera.
Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e con l’aiuto del signor Badalamenti apre una falegnameria. Tindaro Granata nasce nel settembre del 1978. Adulto, parte per il servizio militare, si imbarca per due anni su nave Spica e qui incontra il nipote del boss del suo paese di origine, Patti.
Il giovane Tino (nipote del boss) , dopo che il padre viene indagato per delitti di mafia, si confida con Tindaro. Ma questo e il giorno in cui Tindaro parte per Roma, vuole diventare un attore. Tino si suicida, impiccandosi.
ANTROPOLAROID 17 giugno ore 21 Villa Menotti, Cadegliano Viconago
di / con
Tindaro Granata
Premio “Mariangela Melato” – Prima Edizione – Attore Emergente
Premio UBU e Premio Hystrio per la drammaturgia per “Geppetto e Geppetto”
Per la sua originalita e l’innovazione che rappresenta per la scena teatrale italiana, lo spettacolo vince: Premio della giuria popolare della “Borsa Teatrale Anna Pancirolli”. Premio “ANCT” dell’Associazione Nazionale dei Critici nel 2011. Premio Fersen in qualita di “Attore Creativo” nel 2012.
Allestimento Margherita Baldoni e Guido Buganza
Disegno luci Matteo Crespi
Elaborazioni musicali Daniele D’Angelo
Produzione Proxima Res
Durata 65 minuti
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