“Operazione Verità” per la Lega al teatro Santuccio
Incontro molto partecipato al teatro Santuccio con il presidente della Regione Attilio Fontana, i consiglieri regionali Emanuele Monti e Francesca Brianza, e il candidato del centrodestra Matteo Bianchi
Una “operazione verità”: è quella che ha organizzato la Lega al Teatro Santuccio per raccontare quanto c’è della Regione Lombardia nelle grandi opere dell’amministrazione comunale di Varese.
Un incontro molto partecipato – il teatro Santuccio era pieno, per quello che consentivano le norme anticovid – cui hanno partecipato innanzitutto l’ex sindaco di Varese, e ora presidente della Regione Attilio Fontana, i consiglieri regionali Emanuele Monti e Francesca Brianza, che si sono candidati a queste elezioni amministrative, e il candidato del centrodestra Matteo Bianchi.

«Delle tante opere citate da questa amministrazione molti dei fondi che le renderanno sono di regione Lombardia – ha sottolineato Francesca Brianza – per esempio i 930 mila euro di via Selene o i 600 mila euro per il restauro del ponte di via Friuli. Soprattutto di punto importante di cui molto si parla: largo Flaiano. Regione Lombardia ha messo su questo progetto un milione e 500 mila euro. Frutto di ascolto e di programmazione, non soldi a casaccio dati ai comuni».
Davanti alla domanda, un po’ provocatoria “Cosa avete pensato di quel 100 a 0 che ha pronunciato Galimberti dal palco?” pronunciata dal moderatore, il giornalista Pasquale Martinoli, la risposta è stata:«Facendo i conti con quello che diremo stasera si potrebbe dire che in realtà vinciamo 120 a 100, ma non vogliamo polemizzare con Galimberti – ha risposto Emanuele Monti – Quello che è mancato a varese è sicurezza pulizia e decoro, su questo ci dobbiamo confrontare».
Se difficoltà ci sono state, il motivo è spiegato da Attilio Fontana: «Noi abbiamo vissuto con governi di centrosinistra che tagliavano e impedivano di muoverci. Penso al patto di stabilità che ci impediva molti movimenti. Le cose sono cambiate solo da 4 o 5 anni»
Matteo Bianchi, che ha preso la parola per ultimo, ha ricordato quanto sono stati importanti per lui Attilio Fontana, Giancarlo Giorgetti e Roberto Maroni: «E mi fa male sentire utilizzati questi tre nomi che hanno fatto la storia di questa città, strumentalizzati da un palco di centrosinistra- ha sottolineato – la verità è che Galimberti lascia una città spaccata a metà, mentre la nostra parola d’ordine è coesione. Questa con noi deve diventare la città di tutti».
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