Dal giudice un inatteso “regalo” all’accoltellatore di Joshua

Chiesta l’attenuazione delle accuse. Nossa (Cgil): "Rischiamo di legittimare la 'caccia al negro' e il clima razzista"

Il processo per l’aggressione a Joshua Morgan, il rifugiato politico accoltellato a Varese nell’agosto scorso, rischia di riservare un inaspettato "regalo" al principale imputato, Livio Pintus, ancora agli arresti domiciliari: il pubblico ministero Massimo Politi è intenzionato a derubricare – cioè ad attenuare – l’accusa da tentato omicidio a semplici lesioni, accettando anche il patteggiamento della pena a due anni. Un fatto sorprendente, vista la gravità del gesto e il contorno sociale in cui è nato: si passa, senza che nulla sia cambiato nel quadro delle indagini, da un reato punito con l’ergastolo a uno equiparato a una ‘marachella’. Tutto questo quando la parte civile intendeva contestare a Pintus anche l’aggravante dell’aggressione a sfondo razziale. La svolta è venuta a galla questa mattina nel corso dell’udienza preliminare davanti al giudice Giuseppe Trombino: il processo per l’accoltellamento di Joshua è stato rinviato al 7 marzo prossimo, in quella circostanza il giudice deciderà se davvero è il caso di usare una linea meno severa nei confronti dell’imputato. Immediate, però, sono state le reazioni da parte di chi tutela la vittima. "Sono rimasta molto stupita – commenta Marzia Giovannini, l’avvocato di parte civile – non è stata compresa la gravità dell’accaduto che ha avuto una evidente connotazione razziale. Ci batteremo perché non vengano attenuate le accuse nei confronti dell’imputato". 

Forti preoccupazioni vengono espresse anche da Flavio Nossa, responsabile del problema immigrazione all’interno della Cgil di Varese: "A suo tempo denunciammo il fatto che l’aggressione a Morgan non era un episodio isolato: era figlio di un clima che creava i presupposti per il razzismo. Alla luce di quanto avvenuto stamattina ribadiamo il concetto; d’altronde questa è la terra dove è stato bruciato vivo Ion Cazacu, dove gli ultras del calcio aggrediscono a freddo un giovane di colore. Le accuse inizialmente contestate a Pintus erano coerenti con l’accoltellamento di cui Morgan fu vittima, con il successivo inseguimento e anche con l’indifferenza mostrata dalla gente. Pur nel rispetto e nell’autonomia dovuti al magistrato, dico che la derubricazione rischia di essere una sciagura: sarebbe una legittimazione della ‘caccia al negro’ in una città che ha già chiuso l’ufficio immigrazione del Comune e che ha tagliato i posti letto nei centri di accoglienza".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Febbraio 2001
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