La Svizzera sempre più euroscettica

Tre no ai referendum, tra cui quello che chiedeva di anticipare le pratiche per l'adesione alla Ue

Si delinea una netta sconfitta per i tre referendum su cui hanno votato nel week-end gli elettori svizzeri. Il primo risultato clamoroso é la bocciatura per l’accellerazione delle pratiche in vista di una adesione alla Ue. Anche i promotori del referendum sono rimasti colpiti dalla netta opposizione registratasi alle urne. I maggiori quotidiani della confederazione rivelano, nel primo pomeriggio, percentuali pari al 22,4% per i sì e 77,6% per i no.

Gli svizzeri si dimostrano, ancora una volta, i più euroscettici del continente. Gli abitanti del paese alpino temono con l’apertura delle frontiere l’abbassamento dei salari, l’ingresso indiscriminato di lavoratori stranieri, ma anche una perdita di sovranità che metterebbe in pericolo i presupposti stessi della convivenze tra le diverse componenti sociali e linguistiche del paese. Oltre a questo, l’ingresso in Europa viene visto con timore dai circoli del capitalismo finanziario, legati da sempre ad un potere di attrazione di capitali esteri, dovuto alle norme sul segreto bancario.

Oltre all’iniziativa "sì all’Europa", esce sconfitta dalla tornata democratica anche quella "Per farmaci a prezzi più bassi", che chiedeva una nuova regolamentazioni sui prezzi dei medicinali, e quella "strade per tutti" che, forse con eccesso di zelo, chiedeva di limitare a 30 km orari i limiti di velocità nei centri abitati.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Marzo 2001
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