Morire bene. Un convegno dell’azienda ospedaliera

Le cure palliative al centro del dibattito. Tavola rotonda su problemi terapeutici, sociali e bioetici

Hanno scelto Tolstoj, i dirigenti dell’azienda ospedaliera di Gallarate, per introdurre un convegno sulle cure palliative che si terrà sabato prossimo, 19 maggio, all’istituto Aloisianum. Un’occasione per indagare un argomento tornato sulle prime pagine dei giornali con il caso di Emilio Vesce: la morte. Stesso punto d’approdo ma approccio diverso. Non si parla infatti del diritto o meno di staccare la spina ma di come assistere chi é destinato a morte certa, di come accompagnare il paziente in un percorso psicologico e terapeutico. 
Dolore e consapevolezza. Queste le parole chiave al centro del dibattito. La metafora proposta dalla segreteria scientifica del convegno ("Le terapie palliative nelle malattie neurologiche") é quella de "La morte di Ivan Ilic", tormentato dalla menzogna che lo vuole malato e non moribondo, quando la sua consepevolezza della fine é reale ma non può essere espressa per la reticenza di medici e parenti. 
"E’ una conquista culturale quella della consapevolezza del malato – spiega Michele Perini, dirigente medico del dipartimento di neuroscienze – fino a qualche anno fa queste diagnosi erano dette e non dette". 
Gallarate é impegnata sul fronte delle terapie palliative, in particolare con un gruppo di lavoro per la diagnosi e la terapia della sclerosi laterale amiotrofica (SLA). "Una malattia che ha un decorso di uno-tre anni e che non si presta a guarigione clinica. L’obiettivo é un percorso codificato, con un approccio multidisciplinare, che allevi le sofferenze di malati e parenti". Un mix di interventi psicologici e medici, con figure che vanno dagli infermieri ai paramedici, ai riabilitatori. Nel caso della sclerosi laterale amiotrofica, il progressivo decadimento delle funzioni motorie può essere arginato con cure legate alla respirazione, alla deglutizione e così via. 
La cura avviene tra Gallarate, per quanto riguarda le cure neurologiche e Somma Lombardo, per quelle riabilitative. 
Gli operatori del gruppo SLA, dal novembre 1999, data di inizio dell’attività, hanno seguito 78 utenti. Attualmente sono 25 gli ammalati. 
La legislazione italiana ha già cominciato a ragionare sulla cura dei malati terminali. 
Con la Legge 39/99, si é assistito a un grande sviluppo di iniziative per la realizzazione di hospice, ovvero di strutture dedicate all’assistenza palliativa e di supporto per malati con neoplasia terminale. Uno dei maggiori promotori delle strutture hospice sarà tra i realtori del convegno, Flavio Cruciatti. Antropologo, filosofo,Cruciatti é anche membro della Federazione Cure Palliative, nata a Milano il 6 aprile 1999 per iniziativa di 22 Organizzazioni No Profit.
"La qualità della morte" sarà invece il tema della relazione di Michele Gallucci, dirigente medico dell’ospedale di Desio. E, in definitiva, é proprio di questo che si parla. "Nella società italiana di neurologia da circa due anni che si é insediato un gruppo di lavoro sulle cure palliative" racconta Perini. "Per quanto riguarda la neurologia il problema non é quello della diminuzione del dolore, come nel caso del cancro, ma dei disagi nella diminuzione delle funzioni motorie. Per questo c’è bisogno di diverse professionalità, da un lato con l’elaborazione del lutto da parte del paziente e dei familiari e dall’altro con interventi anche chirurgici per aiutare il paziente, negli ultimi mesi, a respirare e degluttire meglio". 
Il percorso della cura palliativa prevede controlli periodici in ambito ambulatoriale. L’ospedalizzazione riguarda solo la prima fase di diagnosi della malattia. 
Alla tavola rotonda prenderanno parte un nutrito gruppo di professionisti della sanità, introdotti dal presidente dell’azienda ospedaliera Giovanni Rania.

Il programma

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Pubblicato il 17 Maggio 2001
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