Aspem: resta solo la cordata Enel
Improvvisi rovesci sulla privatizzazione: si allontana per il Comune la prospettiva di incassare 65 miliardi
Un solo pretendente per Aspem, è la cordata formata da Enel e dall’impresa varesina Econord. La commissione giudicatrice ha infatti estromesso per insufficienza dei requisiti l’accoppiata formata da Aem di Milano e Amga di Genova mentre ieri pomeriggio anche il gruppo trainato dalla municipalizzata di Como ha annunciato la sua volontà di farsi da parte. Rischia dunque di essere azzerata l’intera procedura che avrebbe dovuto portare nelle casse del Comune almeno 65 miliardi, derivanti dalla cessione del 40% di Aspem; rischia soprattutto di complicarsi la vita della giunta di Aldo Fumagalli, che, qualora dovesse sfumare l’affare si troverebbe con pochissimi soldi in cassa per programmare investimenti da qui alla scadenza del suo mandato elettorale. Aem e Amga sono state escluse dalla gara poiché il business plain da loro presentato per rilanciare l’attività di Aspem è stato ritenuto troppo vago: la determinazione del presidente della commissione, avvocato Carlo Passera, porta la data del 26 settembre scorso. Ieri anche la cordata formata dalle municipalizzate di Como, Bergamo e Busto Arsizio ha comunicato la sua volontà di non partecipare più alla gara per ragioni di natura tecnica e contabile. Cosa succederà ora? In teoria il Comune di Varese potrebbe tirare dritto, intavolando una trattativa con l’unico concorrente rimasto ma non potrebbe effettuare alcun "rilancio" sul prezzo: la vendita di Aspem, in altre parole, potrebbe rivelarsi assai meno remunerativa del previsto. Sull’azzeramento della gara pesano poi fattori politici: il commissario provinciale della Lega Giancarlo Giorgetti non ha nascosto le sue perplessità sull’operazione, il capogruppo del Carroccio Fabio Binelli ha proposto una mozione con la quale chiede che vengano posti una serie di "paletti" alla trattativa con i privati. Insomma i tempi come minimo sono destinati ad allungarsi, tenendo conto anche di un particolare: della cordata rimasta in gioco fa parte oltre a Enel la Ecnord di Gianluigi Milanese. È l’imprenditore le cui confessioni, nel ’94 trascinarono anche la Lega nell’inchiesta sulla tangentopoli varesina. Milanese, insomma, non gode certo di grandi simpatie all’interno del movimento di Bossi e anche questo potrebbe avere il suo peso. Così come peserà, sull’altro piatto della bilancia, il fatto che Palazzo estense, costretto a rinunciare ai soldi di Aspem, potrebbe ritrovarsi con pochi mezzi finanziari per opere pubbliche e investimenti.
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