Eroi e geniali inventori: i Lombardi da ricordare
Festa dello Statuto della Regione Lombardia: ieri sera a Milano i riconoscimenti ai lombardi che ci fanno onore. Fra gli altri, i varesini Ermanno Bazzocchi e Renato Pozzetto
Lombardi generosi, lombardi ingegnosi, lombardi che sono motivo di orgoglio non solo per la regione ma per la nazione tutta. Per non dimenticare, anzi come segno di gratitudine nei confronti del loro operato, ogni anno vengono assegnati dal Consiglio Regionale della Lombardia, nell’ambito della Festa dello Statuto, dei riconoscimenti: la Medaglia d’oro al valore civile e il Sigillo Longobardo.
Lo Statuto regionale, sorta di vera e propria costituzione minore, stabilisce, in armonia con la Costituzione stessa, i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento della Regione. In seguito alla riforma costituzionale del novembre 1999, lo Statuto è diventato strumento di espressione dell’autonomia regionale e proprio da quell’anno il Consiglio Regionale lo celebra con una festa e un concerto che, quest’anno, si sono svolti ieri sera, 18 marzo, presso l’Auditorium di Milano.
Come di consueto l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale ha deciso di premiare con il Sigillo Longobardo quelle personalità lombarde che, nel corso del 2002, si sono particolarmente distinte per ingegno e creatività, e che col loro lavoro hanno dato lustro alla nostra regione. Fra gli altri, sono stati insigniti del riconoscimento uomini del mondo della cultura, come Enzo Biagi, Vittorio Feltri e, alla memoria, Gianni Brera, dello sport come Alberto Cova, dell’arte come Giò Pomodoro (sempre alla memoria). In particolare spiccano due figure che più direttamente sono legate al territorio varesino, quella del noto attore Renato Pozzetto e quella dell’ingegnere Ermanno Bazzocchi, a cui si deve la progettazione di aerei e motori per la Aermacchi (fra tutti basti ricordare lo MB-339) che hanno reso famosa in tutto il mondo l’azienda varesina.
Ma fra tutti i premiati di ieri sera ci preme ricordare soprattutto la figura di Michele Trombello, che, oltre a Paolo Foglia e Giorgio Perlasca (entrambi, come nel caso di Trombello insigniti alla memoria), all’alpinista Simone Moro e all’intero Corpo nazionale dei Vigili del fuoco per la Lombardia, ha ricevuto la Medaglia d’oro al valore civile.
Siciliano di nascita ma lombardo d’adozione, Michele Trombello è stato l’autore di un gesto che ha commosso la comunità lombarda. Nell’aprile dello scorso anno, durante lo svolgimento a Busto Arsizio della fiera del settore edilizio Ediltek, Trombello, rappresentante di una ditta bresciana presente con uno stand, ha sacrificato spontaneamente la sua vita per salvare quella di un bambino di sette anni minacciato dall’improvvisa caduta del gancio di una gru telescopica in azionamento. La morte come fonte di vita, la fine di una storia umana perché un’altra possa continuare: forse l’unico caso in cui la morte di un essere umano può essere giustificata. Un riconoscimento piccolissimo e contingente, una medaglia, per il gesto più nobile che si possa immaginare, ma da tutti noi un grazie eterno.
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