Ferro e gomma non fa tanta differenza. La Lombardia ha una rete di trasporti sotto dimensionata se confrontata con le altre regioni "Motori d’Europa" (Baden-Wuerttemberg, Catalogna, Rhone Alpes). Sono le autostrade ad aggiudicarsi la maglia nera, soprattutto per quanto riguarda la congestione e il traffico. L’hub di Malpensa colloca la nostra regione in una buona posizione, ma se l’orizzonte si allarga alle grandi capitali economiche europee allora i giudizi cambiano. Insomma le infrastrutture lombarde sono carenti e chi ne risente è lo sviluppo economico. Emerge dai dati di una ricerca dell’Irer (Istituto regionale di ricerca della Lombardia) e di Clas sui sistemi di trasporto viario, ferroviario, aeroportuale e di interporti. I risultati dello studio sono stati presentati questa mattina, lunedì 2, alla Liuc di Castellanza all’interno del convegno "Infrastrutture per la competitività" promosso dalla Regione. E se le infrastrutture non decollano ci sarà anche un perché. Per l’assessore regionale ai trasporti Massimo Corsaro la causa sta nella troppa democrazia. Insomma troppo peso alle "bocciofile", come le ha definite l’assessore, «che manifestano davanti a Malpensa più preoccupate per il rumore che per l’interesse generale». E la soluzione in via generale è quella della devolution. Parola del presidente del consiglio regionale Attilio Fontana che ha aperto i lavori. «Le cause del gap strutturale sono da ricercare nella deriva assemblearista e unanimista nella costruzione delle decisioni, deriva annoverata nelle norme e nei vincoli burocratici amministrativi» ha detto Corsaro. È d’accordo con questo giudizio Giuseppe Bonomi, consigliere dell’Anas, che ha partecipato all’incontro insieme ai rappresentanti delle principali società di trasporti. «Bisogna uscire dall’ecumenismo dell’unanimità – ha dichiarato nel suo intervento – occorrono scelte coraggiose, in cui prevalga l’interesse generale». Ma anche la politica dell’annuncio e la miopia degli amministratori non fa bene ai trasporti. «La Pedemontana fra due anni? Non si farà e non ci sono le condizioni». Che lo sviluppo infrastrutturale sia il motore della competitività sono d’accordo tutti. Dal vicepresidente di Confindustria Ezio Vergani, al segretario generale della Cgil di Milano Antonio Panzeri. «Ma questo sistema è "starato" perché si centralizza su aree di produzione fordista, come Milano e ne ignora altre importanti come la Brianza, per fare un esempio». Per il sindacalista il problema è capire come deve essere questa sistema dei trasporti lombardo. «E in questo caso proprio non ci siamo». Fino a quando il sistema non sarà potenziato la situazione rimarrà quella evidenziata dallo studio. Se la dotazione lombarda di trasporti si può considerare buona nel suo rapporto con la superficie del territorio, non altrettanto si può dire per il confronto con la densità di popolazione. Il primo rapporto, pari a 5,16 (chilometri/100kmq), pone infatti la Lombardia in seconda posizione dopo la regione tedesca del Baden Wuerttemberg, il secondo di 1,36 (Km/10000 ab.) la fa cadere all’ultimo posto. Ma in tutto il sistema, come si diceva, è l’autostrada ad aggiudicarsi la maglia nera. La dotazione rispetto alla superficie e alla popolazione la collocano infatti ultima in classifica con rapporti del 2,40 (km/superficie) rispetto al 2.99 della Catalogna, prima in classifica, e allo 0,63 (km/popolazione), ben lontano dal primato francese del 2,08. L’unico primato è quello della congestione sia stradale che autostradale. E Malpensa? Il nostro sistema aeroportuale fa della Lombardia la prima in classifica. Meglio non darsi tante arie: un orizzonte allargato ad altre capitali europee ridimensiona notevolmente la portata dell’hub.
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