«Gli amministratori non hanno la giusta vision»

Valganna-Valmarchirolo - In seguito alla presa di posizione del sindaco di Cremenaga, anche il primo cittadino di Marzio si esprime sull'ipotesi di allontanamento dalla comunità montana

Piccoli comuni incapaci di “navigare” nel gorgo di leggi, finanziamenti e progetti per gestire i servizi, e che per giunta non hanno l’aiuto degli enti di “secondo livello” come le comunità montane. E’ questo il malcontento diffuso che ha fatto esplodere la protesta da parte di alcuni amministratori nel corso dell’ultima visita dell’assessore regionale al territorio Alessandro Moneta, recatosi a Varese per discutere del possibile allargamento delle comunità montane in applicazione della nuova disciplina regionale. “Ma quale allargamento?” sembrano dire alcuni sindaci della Valganna Valmarchirolo “noi ce ne andiamo”. Il sindaco di Cremenaga Mario Della Peruta, per affinità territoriali, (e dopo che anche la parroccchia ha cambiato diocesi) vuole spostare anche il baricentro politico su Liuno, cambiando comunità montana. Stessa sorte per il sindaco di Marzio Michele Sartoris, che si è espresso sull’argomento. “Molti consiglieri, compresi quelli della maggioranza, evidenziano la scarsissima incisività della Comunità Montana Valganna-Valmarchirolo nei riguardi del nostro piccolo comune, e propinano caldamente il passaggio nella più ricca e disponibile Valceresio. Il mio parere non è certo di biasimo nei confronti dei miei consiglieri, ma penso che il problema sia nella filosofia amministrativa della comunità della Valganna. La comunità montana è un ente sovracomunale e deve pensare a coordinare servizi e attività dei comuni, non a distrbuire denaro e opere qua e la per accontentare un po’ tutti”. A lungo andare, infatti, a farne le spese potrebbero essere secondo Sartoris proprio i comuni più piccoli. “I comuni piccoli come noi avranno veramente una vita breve se le comunità montane non incominciano a pensare a integrazione dei servizi facendo economia di scala e alleggerendo i piccoli da operatività che si fanno sempre più onerose e complicate. In poche parole il futuro che vedo è quello di piccole amministrazioni territoriali che controllano il particolare ed enti sovracomunali che gestiscono le attività comuni a tutti e unificabili: è un discorso che passa sempre in secondo piano nella Comunità Montana. Sintetizzando, gli amministratori della nostra Comunità Montana sono persone piene di buona volontà ma non lavorano con la giusta “vision”, e noi sindaci non siamo certo propositivi curando solo i nostri orticelli”.

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Pubblicato il 18 Aprile 2003
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