Acqua col contagocce, la Provincia pronta a chiedere lo stato di calamità
Varese – Dimezzati i raccolti di mais e cereali, a zero foraggio e orticoltura; meno venti per cento la produzione del latte. L'assessore Specchiarelli: «Agricoltura e allevamento in ginocchio»
Non basta la pioggia, che ha fatto una rapida apparizione nel corso della notte, e forse non basterà neppure la richiesta dello stato di calamità naturale, avanzata da diverse regioni cui si aggiungerà in queste ore forse anche la Lombardia: le sorti della stagione agricola sembrano essere segnate. E questo avviene anche in provincia di Varese, con ripercussioni che iniziano a farsi sentire anche nel settore dell’allevamento.
E’ questo il quadro emerso nell’ultima riunione del Tavolo Verde, l’assemblea cui fanno parte Provincia di Varese, Camera di Commercio e associazioni di categoria riunitasi a Villa Recalcati. L’assemblea è stata l’occasione per discutere dei problemi causati all’agricoltura dalla siccità.
«La situazione è grave – commenta Bruno Specchiarelli, assessore all’agricoltura della Provincia di Varese – . Prima il gelo, che ha colpito duramente i frutteti, poi questa ondata anomala di caldo che si è sommata alla carenza di precipitazioni e sta producendo danni enormi all’agricoltura: mais e cereali ridotti in alcuni casi anche di più del 60 per cento, del tutto compromesso il raccolto di ortaggi, che specialmente nel sud della provincia è andato perso. Se a questa situazione sommiamo anche la difficoltà nel reperire il foraggio, ci si accorge che anche l’allevamento sta soffrendo, con la produzione di latte che ha subito in alcuni casi anche flessioni del 20 per cento. In queste ore stiamo raccogliendo i dati da inviare all’assessore regionale Beccalossi per valutare l’ipotesi di chiedere lo stato di calamità naturale. L’assessore non ha escluso di chiedere lo stato di calamità al ministro Alemanno».
E proprio ieri la Coldiretti ha diramato la mappa delle zone particolarmente colpite dalla siccità, in cui figura anche la provincia di Varese proprio per le colture di mais.
Secondo Riccardo Speroni, direttore dell’Unione Agricoltori della Provincia di Varese, la situazione ha raggiunto livelli drammatici. «Manca il foraggio, manca il trinciato di mais e gli alimenti che servono per nutrire gli animali – afferma Speroni – : l’unica zona che ancora tiene, per quanto riguarda le colture a mais è l’Alto Varesotto, ma diversi problemi si stanno segnalando anche li. Se continua così saremo costretti ad acquistare il foraggio fuori provincia con costi altissimi per gli allevatori. Lo stato di calamità naturale? Ben venga, ma non sarà cosa facile: è necessario infatti presentare un censimento dei danni subiti dalle imprese, e poi gli eventuali contributi arriverebbero dopo anni: l’unica soluzione è e rimane la pioggia».
Anche Claudio Vallini, presidente di Coldiretti Varese e allevatore di Venegono, parla di un disastro imminente. «Si parla tanto se dare o meno l’acqua all’agricoltura: purtroppo la provincia di Varese non è una provincia “irrigua”: l’acqua o arriva dal cielo o ce la scordiamo. Intanto se non piove in modo consistente entro 15 giorni l’intero raccolto di mais andrà perso».
Sulla questione si riunirà oggi al Pirellone l’unità di crisi composta dal numero uno della Regione Lombardia Formigoni, e dagli assessori Beccalossi (agricoltura) Buscemi (protezione civile) e Bernardo (risorse idriche) al fine di valutare la situazione e decidere il da farsi.
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