«Da rivedere la politica abitativa»
I sindacati promuovono una petizione per una revisione della politica abitativa: Anche la situazione nel Varesotto è complessa, causa l'aumento dei canoni
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Ancora le politiche abitative in primo piano: i sindacati, con una presa di posizione unitaria, hanno promosso una petizione per promuovere il rilancio della politica abitativa e per sensibilizzare il governo e gli enti locali sui problemi relativi a canoni, sfratti e revisione della legge 431/98. La petizione, la cui iniziativa è stata presa a livello nazionale, ha trovato l’appoggio di tutte le sigle sindacali di categoria anche a livello locale: hanno infatti aderito CGIL, CISL, UIL, SUNIA, SICET e UNIAT. I rappresentanti delle varie sigle promotrici della petizione hanno puntato il dito su una situazione sempre più grave per quanto riguarda le case. «La questione casa è sempre più problematica – ha spiegato Martignoni, rappresentante delle OO. SS. – e la petizione promossa dai sindacati a livello nazionale è urgente e indispensabile per sollecitare governo ed enti locali». «Siamo tutti uniti – ha detto Occhicone di SUNIA – perché la situazione è grave: i canoni stanno lievitando, le famiglie a reddito unico sono in ginocchio, gli anziani anche, il mercato degli affitti è privo di regole. Chiediamo al governo di rivedere la legge 431/98. Va riattivato il canone sociale e va rivista la politica fiscale che riguarda le case popolari. A Varese la situazione è simile a quella italiana: i canoni di affitto sono in continua crescita, le famiglie sono in difficoltà nel pagare gli affitti e gli sfratti per morosità sono aumentati. Il governo deve capire che anche se l’80 per cento degli italiani è proprietario, va tutelato il 20 per cento che rimane e che non può permettersi di comprare una casa». La petizione tocca numerosi punti caldi, dalla revisione della legge che regola l’accesso agli alloggi popolari allo sviluppo dell’edilizia sociale, dalla previsione di un sostegno statale all’affitto per le famiglie a basso reddito alla definizione della possibilità per i comuni di riutilizzare l’ICI per rilanciare il mercato delle locazioni. Mostoni del Sicet ha ripreso i punti più scottanti e urgenti per i sindacati: «Lo stato deve prevedere nuovamente il finanziamento all’edilizia sociale: finiti i soldi stanziati nel 2002 per i tre anni successivi, il fondo non esisterà più. Secondo punto importante è la modifica necessaria alla 431/98: la legge è fallita, i suoi obiettivi non sono stati raggiunti e non fa altro che creare problemi: va eliminato il canone libero, per arrivare alla previsione di un solo tipo di canone contrattato su due livelli, uno nazionale, che stabilisca le fluttuazioni del mercato, e uno locale che tenga conto della situazione del territorio. Inoltre va ritoccato il fondo di sostegno agli affitti: negli ultimi anni è stato tagliato del 46 per cento circa, mentre andrebbe previsto un fondo di almeno 500 milioni di euro per coprire le esigenze degli utenti a livello nazionale. Oggi come oggi i contributi non coprono che quote tra il 20 ed il 50 per cento». «Dal 30 giugno di quest’anno gli sfratti sono esecutivi e per ora non sono previste proroghe. Attendiamo che il governo intervenga – ha aggiunto Martignoni – quanto meno per tutelare gli anziani con più di 65 anni e i portatori di handicap, concedendo ai comuni la possibilità di sfruttare un fondo di almeno 120 milioni di euro per contribuire a trovare un alloggio agli sfrattati più deboli. Prossimamente si terrà un incontro con il prefetto di Varese, per discutere della situazione della città e della provincia». «Un dato di fatto – ha chiuso Restelli, segretario provinciale CISL – è che la politica abitativa diventa un emergenza quando la politica dei redditi del governo penalizza le fasce più deboli, creando un circolo vizioso che si collega alle mobilitazioni che stiamo portando avanti contro la politica delle pensioni». |
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