Reguzzoni: «Riforma federale, un pasticcio»
Il presidente della provincia parla di «smarrimento nei cittadini e nella militanza della Lega» in merito alla legge sulla devolution
Una riforma annacquata, per certi versi incomprensibile e confusa. Un vero e proprio pasticcio.
Così ha commentato la riforma federale dello Stato il presidente della Provincia di Varese, il leghista Marco Reguzzoni. Da amministratore alla guida di una Provincia culla dell’originaria proposta di una Costituzione che riconosca i poteri locali, Marco Reguzzoni teme per gli effetti della riforma stessa. «Così annacquato questo non è federalismo non risolve nulla. Il cittadino chiede chiarezza e semplicità alla macchina dello Stato, non pasticci come quello che si sta delineando».
«Basta leggere i testi degli emendamenti presentati in questi giorni, proposte che finiscono per sbiancare le tinte vivaci della riforma federale dello Stato. Un esempio per tutti: i compiti di polizia amministrativa e di polizia locale competono già da anni agli enti locali. Invece si racconta agli amministratori che questo è uno dei punti cardine del nuovo assetto istituzionale. Di fronte a queste situazioni si fa fatica allora a capire su che cosa si stia davvero discutendo».
Il messaggio che parte dal presidente della Provincia di Varese è anche un altro.
«C’è profondo smarrimento nei cittadini e nella militanza della Lega – conclude Reguzzoni – perché c’è il rischio che venga stravolto il progetto dell’ex ministro delle Riforme, Umberto Bossi, che impostava uno Stato snello e federale. Mi dispiace dire queste cose ma non parlare sarebbe sbagliato»
Le dichiarazioni di Reguzzoni hanno toccato diversi aspetti della riforma federale in atto, sia all’interno della coalizione di centrodestra che in casa Lega.
Giancarlo Giorgetti, presidente della commissione bilancio alla Camera, raggiunto per telefono non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione a fronte di quanto affermato da Reguzzoni.
Polemico sulla questione Graziano Maffioli, senatore dell’Udc.
«Credo che Reguzzoni stia facendo il suo gioco – ha affermato Maffioli. Una posizione che mi ricorda molto quando Bossi diceva che a tutti i costi la riforma federale dello Stato doveva essere approvata al Senato, avendo come unico obiettivo quello di andare a Pontida per dire alla base che il federalismo si sarebbe fatto».
«Sono tuttavia fiducioso – ha concluso Maffioli – : si tratta di una riforma che introduce non un federalismo “pieno”, ma comunque più ordinato rispetto a quello proposto dal governo di centrosinistra. La riforma federale è comunque una questione delicata che non può venir affrontata tutta d’un botto».
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