C’era una volta la brughiera

"Falsa staffa" di Annalina Molteni racconta il fascino discreto di una natura tutt’altro che maligna, in cui uomini e cavalli erano parte del paesaggio

Ci sono libri il cui destino è decisamente bizzarro. Esordi vissuti in sordina, un po’ anonimi, che aspettano tempi decisamente più maturi e occasioni migliori. È il caso di “Falsa staffa” di Annalina Molteni, appena rieditato dalla casa editrice Equitare.
Il libro è ambientato nella brughiera, in un tempo ormai perduto, inghiottito dal grande scalo aeroportuale europeo, conosciuto come Malpensa2000.
Lì, dove oggi spiccano il volo rumorosi cavalli alati, un tempo regnavano, incontrastati, i purosangue da corsa e si respirava il fascino discreto di una natura tutt’altro che maligna, in cui uomini e cavalli erano parte del paesaggio.  In quel fazzoletto di terra, spesso avvolto dalla nebbia, nascevano campioni “che davano tutto, persino il loro cuore”, si compivano transumanze – oggi impensabili – dalla vicina Milano, si agitavano le esistenze di saggi groom, di donne misteriose e di nobili dinastie. C’era un gergo che era indispensabile conoscere perché scandiva con precisione i tempi della natura e dell’uomo. Insomma la brughiera era un mondo a parte con le sue regole, le sue tradizioni, le sue gerarchie e soprattutto le sue superstizioni.
Come la falsa staffa aiuta il cavaliere a montare a cavallo, così Annalina Molteni aiuta il lettore ad entrare in un mondo e in una società le cui tracce sono diventate flebili, difficili da individuare, cancellate dalla modernità. In “Falsa staffa” vengono ricomposti frammenti di vita, di volti e di caratteri, così che la nostra memoria potrà riconoscerli in altri luoghi e persone, per rendere quell’addio meno doloroso. L’autrice sa dare un ritmo naturale alla storia, perché il suo modo di raccontare è un pezzo di quel mondo. E’ una scrittrice prestata alla medicina veterinaria e, proprio grazie al suo talento e al suo lavoro, puo’ raccontare senza ridurre mai la sua scrittura in arido tecnicismo.

Violet Valhalla, il purosangue campione, figura mitica e centrale del libro, nasconde un mistero inconfessabile, che sfugge alla razionalità e al mondo delle cose sensibili. È la rappresentazione del mistero della vita e dei suoi mille rivoli imprevedibili, a volte crudeli, a volte belli, a volte inaspettati.

Annalina Molteni
“Falsa Staffa”
pp224
Euro 12
Equitare

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 02 Novembre 2004
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