Lo stadio di atletica divide il consiglio comunale

Lunga discussione tra maggioranza ed opposizione sul progetto che creerà a Sacconago il terzo impianto sportivo del Nord Italia

Lo stadio di atletica di Sacconago: opera che muove grandi cifre e si prevede divenga il terzo impianto di questo tipo nell’Italia settentrionale. La Giunta comunale di Busto Arsizio, nella seduta del consiglio comunale di ieri sera, è stata difesa a spada tratta dalla maggioranza di fronte alle critiche dell’opposizione, incentrate sui costi e sui possibili futuri problemi di gestione di un’opera così importante. Di «gigantismo» ha parlato Valerio Mariani della Margherita, gruppo consiliare che ha presentato una risoluzione per annullare la delibera di finanziamento del progetto, vista la disponibilità della Provincia a partecipare alla spesa. «Perchè investire tanta parte del bilancio comunale nell’opera quando la Provincia è pronta a contribuire?» Questa, in sostanza, la tesi di Mariani e compagni. «Arrivate tardi» ha risposto l’assessore Fantinati, «i lavori sono già avviati, a giugno il primo lotto sarà pronto».

Grandi (Progressisti) ha invece "impallinato" l’assessore all’Urbanistica, il vicesindaco Bottini, per il suo «sconfortante silenzio» sull’argomento. «Sono in ballo un sacco di quattrini per questo stadio, che è un capriccio. Poi il cittadino non può costruire la casa per il figlio che si deve sposare, perchè il Comune non ha i soldi per gli allacci delle fognature… Passerete alla storia, ma solo perchè chiunque verrà dopo di voi sembrerà un gigante».
Il Sindaco si è detto «allibito» e ha difeso l’operato della Giunta, chiarendo che la Provincia (nella persona del presidente Marco Reguzzoni, bustocco) è disponibile a cofinanziare l’opera e che le società sportive sono già d’accordo per assumersene in parte la gestione. «Come si può presentare questo stadio, occasione di crescita per i giovani, come un debito?» ha detto Rosa. Anche l’ubicazione dell’impianto, adiacente alla zona industriale e a meno di un chilometro dall’inceneritore di Borsano, è stata oggetto di contestazione, ma Rosa ha ribattuto che tra Sacconago e la zona industriale era prevista una fascia verde attrezzata.

Non sono mancati riferimenti alla vicenda del Palapiantanida: l’opposizione teme che lo stadio di atletica diventi una "cattedrale nel deserto", paragonandolo proprio al Palazzetto dello Sport bustese. Un’altra piccola polemica è insorta sul termine "palestrone" con cui Salomi (UDC) ha bollato il Palapiantanida, «non per la struttura in sè, ma per l’uso che se ne fa» ha precisato il consigliere, affermando quindi di «attendere al varco» la Giunta in attesa di una decisione strategica sul suo utilizzo. Dopo l’ironica replica di Bottini a Grandi, l’assessore Fantinati ha rincarato: «Toccatemi tutto, ma non le fognature. Ci abbiamo investito qualcosa come due milioni di euro». A Grandi, che parlava di «capricci» della Giunta, ha risposto Fontana (FI): «Grandi non passerà alla storia, i cittadini non gliel’hanno consentito nel 2002 nè glielo consentiranno nel 2007. Il vostro vero movente è la stizza perchè le promesse di riduzione delle tasse del centrodestra vengono mantenute». Mariani ha tagliato corto: «Ma quale riduzione: condoni, aumento delle imposte indirette, blocco delle assunzioni negli enti pubblici… Ecco come si recuperano i quattrini».

Anche l’assessore Ruffinelli, prima del voto finale, ha voluto dire la sua, asserendo di essere sistematicamente fraintesa dalla stampa, e contestando che Agesp perda danaro a causa dell’onerosa gestione del Palapiantanida (che comunque cesserà il 31 dicembre), i cui costi ricadono invece direttamente sul Comune. «Spesso non parlo perchè qui molti fanno il gioco delle parti salvo poi, quando si discute con calma, riconoscere che lo sport è prioritario».
In conclusione la risoluzione della Margherita, sostenuta da tutto il centrosinistra, è stata bocciata dalla maggioranza con la sola astensione di Salomi.

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Pubblicato il 27 Novembre 2004
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