Quando il sogno si fa oro olimpico: Aldo Montano e la scherma

Il campione livornese è stato accolto da un pubblico appassionato e competente ai Molini Marzoli di Busto Arsizio

«Soldi ce n’è pochi, e far le nozze co’ fichi secchi non si può. Ci accontentiamo». Con questa risposta asciutta Aldo Montano, oro nella sciabola individuale e argento a squadre alle Olimpiadi di Atene, ha risposto alla domanda di Varesenews circa il finanziamento degli sport "minori", soprattutto in tempi di tagli "a pioggia" da parte delle casse statali. «Ci promettono sempre un aumento, ma la realtà è che dobiamo essere contenti se ci lasciano quel poco che abbiamo».

Questa volta all’Assessorato allo Sport del Comune di Busto l’hanno fatta grossa. Sì, perchè Aldo Montano, venuto ieri sera a raccontarsi ai Molini Marzoli, ha raggiunto vasta e meritata celebrità prima con il suo indimenticabile oro, giunto al termine di un duello vietato ai deboli di cuore contro il forte ungherese Nemcsik, poi come ospite fisso (e popolarissimo) di "Quelli che il calcio" sulla Rai. Così, il terzo e ultimo appuntamento con i "Protagonisti delle Grandi Sfide", fortemente voluto dall’assessore allo Sport Luciana Ruffinelli, ha assunto il gusto del "dulcis in fundo".

Dai giornalisti agli ex schermidori ai bambini della Pro Patria Scherma, tutti hanno bersagliato di domande il buon Aldo, gentilissimo, ironico e sincero enelle sue risposte. Un vero guascone, della schiatta dei D’Artagnan e dei Cyrano de Bergerac (naso a parte!). «Spero di riuscire a far conoscere meglio il nostro sport, che se non attira molto pubblico ha comunque una tradizione gloriosa in Italia. Ora viene il difficile, riconfermarsi dopo un oro olimpico vinto quasi da outsider. Del resto il mix vincente è dato da talento e fortuna».

Montano a Busto è capitato bene, perchè la città ha una ricca tradizione schermistica che la pone tuttora ai vertici nazionali. Sul palco, accanto a lui, c’erano due schermidori bustocchi d’eccellenza: Carlo Pensa, campione mondiale militare di sciabola, e Daniele Crosta, campione mondiale militare di fioretto e fresco cittadino benemerito di Busto Arsizio. I due, poi raggiunti da una speranza della scherma bustocca come Carolina Erba, vincitrice della Coppa del Mondo under 20 di fioretto, hanno stimolato Aldo con le loro domande dopo l’emozionante filmato dell’oro di Atene, accolto da scoscianti applausi.
Montano è l’erede di una famiglia che alla scherma ha dato fior di campioni mondiali ed olimpici , tra cui il padre e il nonno di Aldo. «Vi devo raccontare della mia famiglia? Portate i sacchi a pelo, perchè facciamo notte» ha esordito Montano tra le risate. «E dire che tutto era cominciato perchè mio nonno aveva un po’ di ciccia da smaltire, e voleva fare un po’ di moto…». Altro che moto: un terremoto, ed ereditario per giunta. Anche così nascono le grandi dinastie dello sport.

Tante, semplici e sincere le domande dei bambini della Pro Patria Scherma, quasi intimiditi di fronte a tanto campione. Eri emozionato? Com’è cambiata la tua vita? «La vita non è cambiata, è solo più movimentata, ti invitano di qua e di là, vai in tv, ma resti la stessa persona di prima. Per le emozioni, dopo il podio la più grande è stato l’arrivo al Villaggio Olimpico» ha risposto Montano.

Toscana sugli scudi con l’oro di Montano e quello ciclistico di Bettini nello stesso giorno, sotto gli occhi del concittadino livornese Carlo Azeglio Ciampi venuto ad Atene: «Merito di una cultura sportiva diffusa, che nutre grandi scuole». E il riscatto della sciabiola azzurra, anche grazie al "sergente di ferro", l’allenatore alsaziano Christian Bauer? «Speriamo di farne una vera e propria scuola, che ci mancava da tempo in questa specialità. Con Bauer non si transige: bisogna obbedire e chinare la testa, è uno inflessibile, ma i risultati si sono visti». Conta più la testa o la tecnica? «La scherma odierna è tutta velocità, dopo l’introduzione dei contacolpi elettrici è cambiato tutto. La testa deve essere solida, bisogna reggere la pressione, ma ci vuole anche il fisico, se le gambe non scattano…». Obiettivi per il futuro? «La Coppa del Mondo, e se non dovessi riprendermi dall’appannamento attuale – ho la pubalgia che mi blocca – punterò tutto sugli Europei d’Ungheria e i Mondiali di Lipsia, l’anno prossimo».

Prima della consegna a Montano del libro sul restauro dei Molini Marzoli, omaggio per gli ospiti, e del bagno di folla finale, con foto di gruppo, autografi, baci e abbracci da parte di un pubblico in gran parte femminile, una bambina cha chiesto al campione: «Hai un portafortuna?» «Altroché» ha risposto Montano «sono schiavo della scaramanzia». E alla fine anche l’assessore Ruffinelli può essere ben contenta di aver portato a Busto un campionissimo di sciabola… e di simpatia tutta toscana.

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Pubblicato il 16 Novembre 2004
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