«Abbiamo rotto il muro del silenzio»

Soddisfazione del presidente della Provincia Reguzzoni che chiude una lunga serie di interventi subito dopo il taglio del nastro

Non sarà il de profundis del tessile. Questo è emerso con chiarezza dagli interventi dei politici, ma soprattutto in quello di Angelo Belloli (nella foto a sinistra), presidente della Camera di commercio. Altro elemento forte è il superamento dei campanilismi. Marco Reguzzoni (nella foto sotto) , presidente della Provincia, ha voluto rimarcare questo aspetto della manifestazione da lui voluta con forza. «Aver messo insieme la Regione, tre provincie e una serie di camere di commercio d’Italia, non era scontato. È un risultato importante».   
A mettere sul piatto uno dei temi scottanti ci ha pensato l’assessore regionale Massimo Zanello. «Non possiamo restare fermi di fronte alla concorrenza sleale proveniente dai paesi asiatici. Qualcosa occorre fare e noi saremo sempre a difesa degli interessi delle aziende del nostro territorio»
E di aziende tessili a Varese ce ne sono tante. Non si tratta solo della storia industriale, ma del presente e di come hanno affremato in molti, del futuro. Con 2.700 aziende  e oltre 27mila adetti il tessile rappresenta un settore nevralgico dell’attività produttiva del Varesotto. Un settore che registra ancora un importante saldo attivo della bilancia commerciale.

Con queste premesse, all’apetura del salone del tesile, sono intervenuti numerose personalità.
Se il Sindaco di Busto Arsizio Luigi Rosa si è detto certo che gli imprenditori sapranno ritrovare la capacità di rischiare ed investire come negli anni del boom economico, il suo collega di Gallarate Nicola Mucci ha definito il Salone «un appuntamento straordinario per una storia straordinaria come quella del nostro tessile».

Per la Regione sono saliti sul palco gli assessori Massimo Zanello e Massimo Buscemi. Zanello ha voluto rimarcare come la Lombardia sia una delle quattro regioni "locomotive d’Europa". «Vogliamo regole uguali per tutti dall’UE, e che non si svendano più alcuni settori per tutelarne altri, come si è fatto con l’agricoltura».

Significativa la presenza della provincia di Como nella persona del Presidente Leonardo Carioni. «Da noi la seta, settore storico ma di nicchia, stenta. Con essa rischiamo di perdere un patrimonio culturale. Perciò occorre agire insieme; per questo Varese e Como sono qui ad uno stesso tavolo, per affrontare un problema comune».
Per la Provincia di Milano il Presidente Filippo Penati ha citato l’impegno della sua amministrazione ad un lavoro congiunto con gli artigiani e la Guardia di Finanza per stroncare l’abusivismo e il mancato rispetto delle regole. «Questo è il primo passo: poi dovrà venire l’approccio politico, per imporre una reciprocità nei rapporti commerciali con i Paesi emergenti» ha concluso Penati. Sempre per la Provincia di Milano, l’assessore al Lavoro Luigi Vimercati ha promesso: «Il tessile e la moda italiani saranno ancora protagonisti in questo secolo».

Per la Camera di Commercio di Varese il presidente Angelo Belloli ha tenuto un intervento dai toni forti e sentiti. «Quando ero ragazzo Busto era la Manchester d’Italia. Ora qualcuno mi ha sussurrato che forse con l’inaugurazione di oggi noi celebriamo il rito funebre di quella realtà. La mia risposta è che l’intelligenza è il contrario del danaro, e senza di esso si può vivere più tranquilli». Belloli si è quindi lancito in una difesa "a tutto campo" del tessile italiano. «L’Italia è l’unico Paese d’Europa in cui il tessile ha resistito come settore trainante nel secondo dopoguerra, e questo è un vanto di livello non nazionale, ma europeo. A chi dirige la nazione diciamo che difendere il tessile è un dovere verso chi con passione, dedizione e volontà ha costruito il DNA del sistema industriale italiano. Solo con un’imprenditorialità collettiva potremo restare competitivi in Europa e nel mondo, a patto però che le regole siano fatte rispettare e il dumping illegale venga stroncato».

Marco Reguzzoni  ha portato i saluti di Bossi e di Berlusconi, che ha concesso al Salone del Tessile il patrocinio della Presidenza del Consiglio. «Bando ai campanilismi, qui occorre unirsi» ha ribadito Reguzzoni, constatando la presenza della Regione, di tre Province, di Camere di commercio, associazioni di categoria e sindacati. Quello finale di Reguzzoni è un grido di dolore che rischia di venire travolto dalla storia: «Abiamo rotto il muro del silenzio su questa situazione di crisi. Il tessile deve continuare ad essere importante, non accettiamo la concezione di una società postindustriale senza industria e senza artigianato».

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Pubblicato il 22 Gennaio 2005
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