Da Porto Alegre a Varese…globale e locale per un altro mondo possibile

Quarta puntata del diario di Mario Agostinelli dal Forum mondiale. Successo per il seminario organizzato da Ctm altromercato

Nell’ultimo giorno della mia permanenza al Forum ho concentrato la partecipazione nel settore K, quello dedicato al commercio equo e alla economia solidale. Si tratta di una realtà qui ben percepibile, in fase di espansione, sottoposta a continua revisione. Sin dal 2001 questo settore ha partecipato al percorso dei forum sociali (europeo e mondiale) ponendosi l’obiettivo, oltre che della divulgazione del commercio equo, del coinvolgimento di migliaia di iniziative locali nella relazione con altre reti che perseguono obiettivi simili, e soprattutto nel rendere consapevoli quanti sono coinvolti nel Forum dell’importanza strategica, politica e culturale, del commercio equo/economia solidale, e delle potenzialità di innovazione (rispetto alle forme tradizionali della politica militante) che questi temi hanno.

Al quinto Forum Sociale (già Mumbai aveva segnato una svolta positiva) questo lavoro ha prodotto grandi risultati. Chi opera nelle Botteghe del Mondo può essere consapevole che l’area nella quale si riverbera la sua azione si è notevolmente allargata, che è stata acquisita maggiore autorevolezza, e che il messaggio e l’alfabeto del commercio equo oggi trovano riscontro e comprensione anche in nuovi ambiti e in nuovi continenti.

Il Forum di questo anno ha posto tra le priorità riconosciute (e non solo tra le attività espositive) i prodotti dell’economia sociale, edha avuto in una ricchissima e variopinta fiera dell’economia solidale e popolare, ristorazione inclusa, uno dei suoi punti di maggiore visibilità. Solo contando seminari e workshop, sono 84 quelli che trattano l’economia solidale, oltre a 39 che parlano solo di commercio equo.

Non si può tuttavia sottovalutare che anche questo settore ha corso irischi più generali presenti in questa manifestazione: ripetitività, scarso coordinamento, pericolo di inconcludenza. In particolare, dopo Mumbay gli Italiani iFrancesi e gli Spagnoli hanno proposto di evitare la corsa ad organizzare ciascuno il proprio seminario, dedicando invece le maggiori energie al coordinamento ed a ragionare sul "dopo Forum".

Pochi giorni prima dell’inizio del Forum sono state previste apposite sessioni di valutazione finale del Forum in cui discutere come proseguire oltre Porto Alegre.  Il Ctm altromercato parteciperà alle sessioni di valutazione sul rapporto con i movimenti sociali e sul commercio equo (coordinato da Ifat),dopo aver riscontrato il maggiore interessamento che tanti rappresentanti dei paesi del Sud hanno manifestato, in particolare sul tema del consumo critico.

Le proposte di iniziative/campagne a livello mondiale con cui si concluderà il Forum contengono un’azione di boicottaggio mondiale contro alcune grandi multinazionali del settore dell’alimentazione, come la Coca Cola.  Giorgio Dal Fiume, rappresentante italiano di CTM, ha risposto ad una mia sollecitazione con affermazioni molto impegnative.«Il commercio equo che noi perseguiamo – e che speriamo possa costituire un modello positivo per il movimento delle Botteghe del Mondo, non deve rinunciare a nessuna di queste due dimensioni: lavorare per il cambiamento sociale, ma anche tenere continuamente a mente il destino delle persone con sui si rapporta quotidianamente».

Giorgio Dal Fiume, Gianni Tamino (biologo protagonista di battaglie a sostegno dell’agricoltura biologica e contro gli OGM) e Stefano Magnoni (direttore della cooperativa Chico Mendez) saranno con noi a Varese nelle prossime settimane in iniziative pubbliche per valutare la possibilità di tradurre in proposte concrete queste suggestioni, anche in funzione del contributo al programma dal basso che "Altralombardia" fornirà alla GAD per le prossime elezioni regionali.

Da Porto Alegre a Tradate…globale e locale per un altro mondo possibile.
Senza cambio della mente e del cuore non c’è economia solidale. Il secondo seminario organizzato da Ctm altromercato ("promuovere Botteghe del Mondo e organizzazioni di commercio equo e solidale nei paesi del Sud del mondo") si è rivelato un vero successo. La nostra intenzione era di presentare esperienze concrete (il lavoro di promozione di Botteghe del Mondo in India e Argentina su cui stiamo lavorando, cui si associa in quest’ultimo paese la promozione del commercio equo attraverso Otromercado Sur, associazione da noi promossa assieme ad una rete di organizzazioni locali), per stimolare il confronto sullo sviluppo del commercio equo nel Sud del mondo, e di scambio di prodotti Sud/Sud. Abbiamo lasciato ai relatori che hanno accettato il nostro invito – rappresentanti di produttori di Ecuador, Argentina, Filippine, Cile – tutto il tempo della presentazione delle esperienze, ed il dibattito che ne è nato è stato estremamente interessante, in quanto il pubblico – un centinaio di persone, in gran parte sudamericani interessati all’economia solidale, o già attivi in essa ed in cerca di collegamenti e sbocchi politici ed economici – ha sviluppato con competenza la maggioranza delle problematiche connesse al commercio equo.

Padre Shay Cullen di Preda, Filippine, ci ha ricordato che il commercio equo deve necessariamente tenersi collegato alle lotte sociali, in quanto da solo non riuscirà a cambiare il mondo e solo modificando le regole economiche ed i poteri globali riuscirà a cogliere i suoi obiettivi. Mentre Antonia, dell’Associazione Senor de Mayo (Bolivia) ci ha ricordato come solo grazie al commercio.equo e solidale le 800 persone che lavorano con lei – donne sole, disabili, marginali – possono avere una vita degna ed organizzarsi, in quanto sistematicamente rifiutate dal mercato tradizionale ed escluse da ogni ambito di partecipazione sociale. Abbiamo avuto la netta sensazione di come venga evidenziato il salto di consapevolezza ed organizzativo sui nostri temi, in quanto non parliamo più di un futuro ideale, di principi che sono ancora da spiegare e capire.Ci sembra ormai avviato quel lavoro di costituzione di reti tra organizzazioni del sud del mondo che riteniamo essere uno dei pilastri per lo sviluppo di un’economia alternativa in questi paesi. Noi ne traiamo una lezione: è vero che il commercio equo da solo non potrà mai cambiare il mondo (del resto è proprio per questo che siamo qui); ma è anche vero che laddove arriva il commercio equo, la vita delle persone concrete cambia radicalmente ed assume un altro valore ed un’altra prospettiva.

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Pubblicato il 31 Gennaio 2005
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