Formigoni sospende l’assessore Cè
La decisione arrivata nella tarda serata mette fine allo scontro tra l'assessore leghista e il Governatore. Il diessino Tosi: «Siamo preoccupati per il sistema sanitario»
Una decisione presa per «facilitare la necessaria e serena riflessione da parte dell’assessore e ristabilire quel clima di fiducia e leale collaborazione tra tutti che permetta alla giunta regionale di svolgere con serietà ed efficacia il proprio lavoro nei confronti di tutti i cittadini». Per il momento, però, di sereno e collaborativo non c’è proprio nulla. La decisione del Governatore Roberto Formigoni giunta nella tarda serata di ieri ha trasformato in vera tempesta quella che il senatur Bossi aveva definito "un temporale estivo". L’assessore alla sanità Alessandro Cè è stato sospeso e la sua delega assunta pro tempore dallo stesso Governatore.
Che i rapporti fra i due fossero tesi si sa da tempo, messa nero su bianco dopo l’intervista rilasciata dall’assessore al Corriere in cui definiva "di potere" la politica di Formigoni. All’intervista, il presidente regionale aveva risposto intimando all’esponente leghista di ritrattare le sue parole. Davanti al deciso rifiuto di Cè, Formigoni non ha avuto altra scelta che sospendere la delega alla sanità.
La tensione nella Casa delle Libertà è palpabile ma per Stefano Tosi, consigliere regionale nelle file dei DS, la situazione dovrebbe rimanere stagnante fino alle prossime elezioni politiche: «Non credo che succederà qualcosa e ciò renderà l’azione del consiglio regionale ancora meno incisiva e produttiva.
Siamo arrivati a questa tensione per due ordini di motivi: uno politico, in quanto la Lega vede con il fumo agli occhi la creazione di un ruolo nazionale per il Governatore; l’altro, invece, molto più concreto e rimane circoscritto ai ruoli di potere della sanità. Da tempo, ormai, c’è una lotta intestina tra Forza Italia e la Lega per la spartizione delle poltrone, direttori generali e primari. Forza Italia non cede, incanlzata dai leghisti che vogliono accedere alla torta da spartire. Quello che fa più paura è il deterioramente della qualità del servizio dei nostri ospedali: finchè si tratta di nomine dei direttori generali comprendiamo la componente politica, ma sui primari, su chi regge il reparto e dovrebbe essere premiato per le sue esclusive doti professionali, l’ingerenza della politica ci sembra pericolosa».
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