Solanti: “Le foibe furono una tragedia”
Il primo cittadino rintuzza la polemica partita con alcune dichiarazioni del forzista Cecchin e rimanda le accuse al mittente
«Le foibe restano un fatto tragico nella vita del nostro Paese». Il sindaco di Samarate, Vittorio Solanti, risponde alle accuse del consigliere Stefano Cecchin, che aveva duramente contestato la scelta della storica Alessandra Kersevan come relatrice in un incontro di commemorazione delle vittime delle foibe. Secondo l’esponente di Forza Italia la studiosa sarebbe una “negazionista” al pari del presidente iraniano Ahmadinejad e l’incontro del 5 febbraio “una messa in scena”.
Il primo cittadino samaratese difende al contrario la scelta della Kersevan, storica impegnata da anni nella ricostruzione dei complessi avvenimenti accaduti alla frontiera orientale tra il ‘41 e il ’46: «La Kersevan ha il merito di aver affrontato la questione di chi e di quanti fossero gli infoibati nella zona di Trieste», con una lavoro di identificazione delle singole vittime. «Il curriculum di squadristi, aguzzini, spie e altro – prosegue Solanti -, nonché la presenza tra le vittime di diversi sloveni, smentisce la tesi degli infoibati uccisi solo in quanto italiani e chiarisce alcune motivazioni del fenomeno foibe». Una tragedia da inserire, secondo il punto di vista della studiosa, in un contesto più ampio, che comprende anche l’occupazione della Slovenia da parte del regio esercito italiano e le successive deportazioni di civili (in buona parte intellettuali) in appositi campi di concentramento. «La storica monfalconese ha il merito – secondo Solanti- di aver ricostruito la storia dell’uso “talvolta propagandistico” delle foibe. Un uso propagandistico che avrebbe permesso anche la rimozione, dalla coscienza del popolo italiano, dei crimini di guerra italiani in Slovenia, Croazia e Dalmazia.» Quando il generale Roatta – comandante della Terza Armata di stanza in Jugoslavia – scriveva ai suoi sottoposti che “si ammazza troppo poco” e suggeriva di seguire la massima “Non dente per dente, ma testa per dente”.
Per Cecchin “non servono messe in scene, ma gesti riparatori che ridiano dignità e buon senso alle istituzioni comunali”. Al contrario Solanti sottolinea che la serata è una possibilità di un confronto con la studiosa, di certo portatrice di “un punto di vista”, ma persona “capace di interloquire, di dibattere e di portare le sue ragioni”. E in chiusura il primo cittadino si concede anche una puntata polemica nei confronti della ex maggioranza di centrodestra di cui Cecchin faceva parte: «Non ha mai commemorato le foibe, che, aldilà delle diverse posizioni politiche, resta comunque un fatto tragico nella vita del nostro Paese». Appuntamento dunque al 5 febbraio, in Villa Montevecchio, alle 21, quando la Kersevano presenterà il volume di Claudia Cernigoi “Operazione Foibe tra storia e mito”.La community di VareseNews
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