I ragionieri “occupano” lo scientifico, carabinieri a scuola

Alcuni studenti dello Zappa sono entrati del vicino liceo. Hanno manifestato tutte le sei scuole superiori della città. Alcune auto dei carabinieri sul posto

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Studenti in piazza 4 di 15

Studenti di tutte le scuole superiori contro il decreto Gelmini. È accaduto a Saronno lunedì mattina, dove i ragazzi di ben sei istituti sono scesi per strada, tra slogan e proteste contro i tagli alla scuola. Migliaia i giovani che hanno deciso di far sentire la propria voce, in maniera ordinata, come confermano anche le forze dell’ordine presenti: carabinieri e Polizia Locale hanno infatti vigilato in diversi punti della città. Le proteste dureranno comunque fino a giovedì, quando è in programma la manifestazione a livello nazionale.

I fatti. Tutto è partito dall’Itcg Zappa, dove gli studenti non sono nemmeno entrati, sono rimasti fuori dai cancelli fin dalle 8 del mattino. Qualcuno di loro ha deciso di partecipare lo stesso alle lezioni, ma, a conti fatti, soltanto un 20 per cento degli studenti ha preferito entrare nell’istituto. La protesta è così montata in fretta e i giovani manifestanti dello Zappa hanno proseguito la manifestazione per le vie della città che portano ai vicini istituti superiori del Liceo scientifico Grassi e all’Itis Riva. Trovando i cancelli ancora aperti qualcuno è entrato in queste scuole è ha esortato gli studenti a uscire. Altri hanno “invitato” i presenti gridando dalla strada. E così è montata la protesta, con i ragazzi che si sono diretti verso altre vicine due scuole superiori, il liceo Classico Legnani e l’Ipsia Parma.
Risultato finale: un fiume di ragazzi per le vie della città o di fronte alle scuole, oppure in assemblee nel salone d’ingresso o in palestra.
Non è mancato nemmeno l’intervento dei carabinieri della compagnia di Saronno che, con diverse pattuglie e con il supporto anche degli agenti della polizia locale, hanno controllato che non vi fossero danneggiamenti a cose o persone, e che la protesta si svolgesse pacificamente.

I manifestanti. “È una manifestazione pacifica – ha spiegato Danilo Sironi, rappresentante d’istituto degli studenti dello Zappa -. Semplicemente non siamo d’accordo con i tagli alla scuola. Noi questa mattina eravamo entrati in classe, pensavamo a una manifestazione per domani, poi abbiamo visto quelli del Riva che ci incitavano a uscire e abbiamo valutato che fosse arrivato il momento. E così è stato”.
”Noi non siamo nemmeno entrati – raccontano Ormeni Revina, Francesca Sulis e Alice Magon, candidate alla rappresentanza d’istituto dello Zappa, le cui elezioni si sarebbero dovute svolgere martedì -. È una settimana decisiva per la scuola e non dobbiamo perdere nemmeno un giorno per far sentire che non siamo d’accordo. Così abbiamo deciso di coinvolgere anche gli studenti di tutti gli altri istituti”.

Le reazioni. Non tutti gli studenti hanno però aderito alla manifestazione. Almeno il 20 per cento dei ragazzi dello Zappa sono entrati in classe regolarmente e un altro candidato alla rappresentanza d’istituto, Gianpietro Vetrano, non era d’accordo con l’niziativa: “Ognuno è libero di manifestare il proprio pensiero, ma è il metodo che oggi è sbagliato. Ci si poteva organizzare in modo diverso, più pacifico e con meno caos. Invece si è scelta una strada che non condivido, che non porterà risultati perché la maggior parte di quelli che oggi manifestano non sanno nemmeno per cosa”.
“La mia posizione non ha importanza – aggiunge Giovanni Danelli, preside dell’istituto Zappa –. Il mio ruolo è verificare che tutto si svolga nella legalità e nel rispetto della libertà altrui. Sui contenuti della protesta non posso giudicare l’operato dei ragazzi, evidentemente per loro un problema esiste”.

I prossimi giorni. Tutti i rappresentanti d’istituto o i candidati sono comunque d’accordo a non far morire la protesta nelle prossime ore. Già per martedì sono in programma riunioni, assemblee, manifestazioni. Qualcuno accenna a un occupazione. Tutto in vista della manifestazione nazionale di giovedì: “Andremo tutti a Milano – confermano gli studenti -, non possiamo assistere alla morte della nostra istruzione”.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Ottobre 2008
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