Minacce di morte a Bossi, fiamme alla sede della Lega

Appiccato il fuoco al portone della sezione locale del Carroccio; a poca distanza dall'abitazione del senatur scritte con spray blu anche "contro i secessionisti". Indagano i carabinieri

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Gemonio, minacce alla Lega Nord 4 di 11

Per la seconda volta in meno di due anni la sede della Lega Nord di Gemonio, a due passi dalla piazza principale del paese e soprattutto dalla residenza del ministro per le riforme e leader del Carroccio Umberto Bossi, è stata vittima di un attentato incendiario.
All’alba di stamattina, domenica 4 gennaio, qualcuno ha infatti dato fuoco a uno straccio imbevuto di materiale infiammabile che ha bruciato parte della porta in legno (foto a lato) che dà accesso alla piccola sede della Lega, all’incrocio tra via Jemoli e via Marsala, in una località curiosamente detta “Il Cairo”.
Oltre al fuoco però questa volta è comparsa anche una scritta minacciosa su un muro di via Verbano, la stretta strada in discesa su cui si affaccia l’ingresso della villa del “senatùr”. Poche decine di metri più a valle, su un muro bianco, qualcuno ha scritto con lo spray blu «A morte Bossi + secessionisti» in stampatello maiuscolo e in bella grafia (foto sotto). Sono alte le probabilità che la matrice dei due atti sia la medesima.

 

Secondo le prime testimonianze, l’incendio risale all’alba di oggi, certamente dopo le 5, forse intorno alle 7 visto che alle 10 dalla porta si levava ancora un filo di fumo. Sul posto sono subito giunti i Carabinieri, coordinati dal capitano Giuseppe Daveni, comandante della Compagnia di Luino, raggiunto in tarda mattinata dal tenente colonnello Bartolomeo Catalano del Comando provinciale di Varese. I due ufficiali si sono intrattenuti a lungo anche nell’abitazione del Ministro e non hanno rilasciato dichiarazioni. Con le forze dell’ordine sono arrivati anche il sindaco di Gemonio, Fabio Felli, e i responsabili della sezione della Lega.
Come detto, quello odierno è il secondo gesto vandalico contro il portone della sede del Carroccio mentre in una precedente occasione era addirittura stato appiccato il fuoco a uno zerbino di villa Bossi. La casa del ministro è ora controllata da alcune telecamere: non è quindi da escludere che il sistema di videosorveglianza possa avere ripreso qualche movimento collegabile al gesto intimidatorio. Per andare dalla sede della Lega al muro con la scritta minacciosa infatti, è probabile che l’autore (o gli autori) sia transitato davanti all’ingresso dell’abitazione di Bossi.

 

In giornata, il segretario provinciale del carroccio, Stefano Candiani, ha commentato l’episodio: "Ci crea più amarezza e rabbia che preoccupazione vera e propria. Quando fai le riforme, qualcuno può reagire male, ma siamo ancora più determinati nel nostro cammino"

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Gennaio 2009
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