Guccini: sei anni di attesa, ma ne valeva la pena

Dopo più di sei anni d’assenza dalla scena varesina, Francesco Guccini non ha affatto deluso i fan che venerdì 6 marzo hanno gremito il PalaWhirlpool.

A loro ha dedicato un concerto di due ore e mezza, non male per un ultrasessantenne. Uno spettacolo che si può dividere in due parti distinte: la prima più lenta e introspettiva, segnata da divertenti monologhi riguardo ronde, crisi economica e politica. La seconda dai ritmi serrati e incalzanti, da inediti che hanno lasciato a bocca aperta e un finale da pelle d’oca.

Molte le canzoni che sono riuscite nell’intento di togliere il fiato, cominciando da “Noi non ci saremo” dedicata al compianto cantante dei Nomadi e suo grande amico Augusto Daolio, primo a cantarla, continuando con due inediti molto apprezzati dagli spettatori; “Incontro” ha mosso anche qualche lacrima, mentre “Don Chisciotte”, canzone simbolo della nuova generazione dei fans “gucciniani” ha fatto balzare tutti in piedi, con l’accompagnamento di un “Flaco” Biondini molto energico e aggressivo nella sua esecuzione, scelta che è stata ampiamente ripagata dal pubblico.

Una menzione particolare merita anche "Cyrano", canzone che ha avuto forse il suo massimo apprezzamento negli ultimi anni. Guccini si è dimostrato sempre lo stesso grande artista, capace di rendersi personaggio vestendo una banale camicia e raccontando della sua infanzia sulle colline della provincia modenese oppure intrattenendo il suo pubblico con battute assieme alla sua band e in particolare con il batterista Ellade Baldini.

Mille altri di questi spettacoli si vorrebbero vedere, ma l’importante è che per il prossimo non si debbano aspettare ancora altri sei anni.