“La crisi si supera con un modello di sviluppo locale”

Il governatore Formigoni, intervenendo agli Stati generali di Confindustria, ha affrontato i problemi economici con le risposte che si stanno adottando

«Di fronte alla crisi economica il sistema imprenditoriale fa bene ad assumere un atteggiamento positivo e a individuare le scelte possibili per anticipare la ripresa».
Lo ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo agli Stati Generali di Confindustria riuniti oggi a Carate Brianza (Mi), alla presenza del vice presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani,  del presidente nazionale di Confindustria, Emma Marcegaglia, del presidente regionale dell’associazione imprenditoriale, Giuseppe Fontana e di Carlo Edoardo Valli, presidente Confindustria Monza e Brianza.

Formigoni ha posto l’accento sul momento difficile per l’economia mondiale, evidenziando la necessità di uno sforzo comune da realizzare in uno spirito di corresponsabilità.
«In questa fase – ha aggiunto il presidente Formigoni – è decisivo anche il ruolo del Governo nazionale, perché garantisca gli investimenti pubblici necessari per ridare fiato alla nostra economia e non abbandoni le piccole e medie imprese, vero motore dell’economia nazionale. A questo proposito, credo che sia positivo il fatto che il Governo approverà a breve un fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di 1,3 miliardi di euro, con il quale sarà possibile garantire 60-70 miliardi di euro di
crediti».

Secondo il presidente della Regione Lombardia la via d’uscita dalla crisi c’è: «Un modello di sviluppo basato su piccole e medie imprese e banche territoriali, in grado di favorire la competitività delle
singole aree. Perché questo modello funzioni compiutamente è però necessario attuare realmente il federalismo. Occorre cioè accelerare i tempi di attuazione di questa riforma, in particolare del federalismo fiscale. I cinque anni preventivati sono troppi, soprattutto alla luce della crisi economica. Il
sistema Lombardia, al pari del sistema Italia, non può vivere con l’incognita del ‘federalismo che verrà».

La strada che Regione Lombardia ha scelto di percorrere è quella di dare più fiducia e più liquidità al sistema imprenditoriale, soprattutto alle piccole e medie imprese. In questa prospettiva ha adottato una
finanziaria regionale anticrisi che contiene un pacchetto di interventi per le imprese (350 milioni di euro) condivisi con tutti gli attori del sistema economico e sociale lombardo, sta contribuendo a ricucire il patto tra imprese e sistema creditizio (3 miliardi di euro), mobilitando risorse e strumenti che favoriscano l’accesso al credito. L’azione di Regione Lombardia è finalizzata a stimolare anche il ruolo territoriale del sistema bancario, facilitando le garanzie pubbliche sul sistema dei confidi (58,5 milioni di euro).
Il presidente ha anche ricordato che sta lavorando con il coinvolgimento di imprenditori, sindacati e tutti i più importanti attori istituzionali lombardi per dare vita a un Tavolo Istituzionale che individui regole
nuove e interventi speciali da attuare per il sistema del lavoro, alla luce anche del recente Accordo sottoscritto tra il Governo italiano e le Regioni sul sistema degli ammortizzatori in deroga, che ha stanziato complessivamente 8 miliardi di euro per aiutare i lavoratori colpiti dalla crisi.
Sulla base dell’Accordo, gli ammortizzatori sociali come aiuto dal punto di vista del reddito, si integreranno con percorsi di ritorno al lavoro per i lavoratori a rischio espulsione dal sistema produttivo, accompagnando le persone e migliorando il livello qualitativo delle risorse umane.
La Lombardia si è impegnata a investire in questo modo tutte le risorse del Fondo Sociale Europeo per i prossimi due anni: 400milioni di euro che andranno a sostenere l’avvio di percorsi diformazione e di inserimento lavorativo, e che si uniranno alle risorse nazionali per sostenere il reddito dei lavoratori in
difficoltà; 137 milioni sono già stati impegnati con una particolare attenzione a quei lavoratori che hanno meno garanzie, come i precari o gli apprendisti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Marzo 2009
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