Chi e cosa si vota?
Oltre 375 milioni di persone saranno chiamate a votare alle elezioni del 6 e 7 giugno per eleggere il nuovo Parlamento Europeo
Saranno oltre 375 milioni le persone chiamate alle urne nella tornata elettorale per le elezioni europee. In Italia la data dell’election day è stata fissata a sabato 6 e domenica 7 giugno e gli elettori esprimeranno in quella occasione i 72 rappresentanti italiani che andranno a sedere sui seggi di Strasburgo.
Il cittadino italiano che intende votare deve aver compiuto il 18° anno di età ed essere iscritto nelle liste elettorali.
Sono anche considerati elettori i cittadini degli Stati membri dell’UE che, a seguito di formale richiesta presentata entro tre mesi dalla tornata elettorale, abbiano ottenuto l’iscrizione nella lista elettorale del comune italiano di residenza. Il sistema di voto, in Italia così come in tutti i paesi comunitari, è di tipo proporzionale.
I candidati vengono eletti in cinque circoscrizioni elettorali, all’interno delle quali i seggi saranno distribuiti in proporzione alla popolazione. Le cinque circoscrizioni sono: Italia centrale, insulare, Italia meridionale, Italia nord-orientale, Italia nord-occidentale. L’Europa prevede delle incompatibilità con la carica di deputato, di senatore e di persone componenti del governo nazionale.
Dal 2004 è stato introdotto anche un inasprimento sulle incompatibilità tra il mandato europeo e le cariche elettive territoriali quali consigliere regionale, presidente di provincia e sindaco di comune con popolazione superiore a 15.000 abitanti. Non è però prevista l’incandidabilità delle persone incompatibili, ed è questo che permette ai ministri, ai governatori e agli altri che ricoprono al momento delle elezioni cariche incompatibili di presentarsi lo stesso alla corsa elettorale. Salvo poi rinunciare al seggio europeo per cedere il posto al secondo della lista che ha raggiunto il maggior numero di preferenze.
Tra le tante riforme della legge elettorale europea proposte in Parlamento le forze politiche italiane sono giunte a un’intesa solo sull’innalzamento della soglia di sbarramento che ha portato quindi al 4% la percentuale che i partiti candidati devono raggiungere per avere accesso alle porte di Strasburgo.
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