Inaugurata la piazzetta “Giuseppe Di Lella”

Lo spazio antistante il Camelot è stato dedicato al sindaco che guidò la città negli anni Ottanta, fino a Tangentopoli e alla diaspora dei socialisti, divisi tra Forza Italia e nuove formazioni




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Sulla piazza del Camelot-3SG c’erano tutti, da Andrea Buffoni a Nino Caianiello, agli altri compagni di partito, per ricordare l’ex sindaco socialista Giuseppe Di Lella, a cui è stato dedicato lo spazio antistante il centro socioassistenziale.

Gallarate ricorda gli anni d’oro del socialismo: la bandiera rossa al vento di maggio, un mazzo di garofani diviso tra gli ex compagni divisi dalla diaspora socialista tra le opposte fazioni dell’Italia di oggi. La targa della nuova piazzetta è stata svelata insieme dal sindaco Nicola Mucci e dalla moglie e dal figlio di Di Lella. «L’intitolazione della piazza– ha detto il primo cittadino – non poteva che avvenire che il 30 maggio. Fu proprio il 30 maggio 1983, infatti, che Giuseppe Di Lella divenne sindaco per la prima volta, incominciando un percorso al servizio di Gallarate di cui ancora si vedono i frutti».

Di Lella governò la città per quasi un decennio, fronteggiò la crisi strutturale del tessile che investì la città proprio a cavallo tra ’82 e ’83 e fece perdere migliaia di posti di lavoro, guidò la trasformazione verso il terziario, che coincise con un forte rinnovamento urbanistico della città completato nei primi anni novanta. Nel corso della sua amministrazione affrontò anche nuove emergenze sociali: gli anni neri dell’eroina che segnò una generazione (dramma forse troppo presto rimosso) e l’invecchiamento della popolazione. «Se oggi Giuseppe Di Lella fosse qui – ha esordito Mucci – sarebbe certamente felice e soddisfatto. E non tanto per l’intitolazione di una piazza alla sua memoria, quanto per il panorama che da questa posizione si godrebbe sulla struttura che oggi ospita la casa di riposo Camelot. Quanto gli piacerebbe vedere realizzato un progetto di cui aveva compreso l’importanza», grazie alla «lucidità con cui prese atto precocemente del progressivo invecchiamento della popolazione, della domanda di assistenza a una fascia debole della cittadinanza che si sarebbe fatta via via più pressante». Di Lella fu anche il sindaco del periodo d’oro del PSI in città: dopo l’esperienza di Andrea Buffoni e la successiva breve parentesi democristiana, guidò Gallarate per nove anni, fino ad un giorno di inizio maggio del 1992, quando si dimise, vista l’impossibilità di governare una maggioranza divenuta debole e assediata da ogni parte. Ultima goccia che fece traboccare il vaso, l’arresto del segretario cittadino del PSI Tullio Petrone. La Lega era pronta a cogliere la palla al balzo, dopo l’ultimo tentativo di rianimazione della prima repubblica ad opera di Luigi Patrini.
La figura del primo cittadino è rimasta comunque legata ai formidabili anni Ottanta del garofano gallaratese, i cui esponenti, oggi divisi tra Forza Italia, Nuovo Psi e Socialisti, sono ancora saldamente alla testa della classe politica cittadina.




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Pubblicato il 30 Maggio 2009
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