“L’ospedale non è come la Ferrari”
La lettrice che aveva raccontato la sua odissea paragonandola a Guantanamo scrive ancora dopo le spiegazioni date dall'assessore Bresciani ai disservizi del pronto soccorso
Quando ho scritto quel “diario” dal PS l’avevo scritto fondamentalmente per me stessa; io faccio parte della generazione che ha imparato a scrivere con la penna e il calamaio, ho imparato a scrivere le parole l’una dopo l’altra con lentezza e attenzione e questo mi da modo di pensare mentre scrivo e di rimettere in ordine le idee.
Mentre scrivevo quelle righe e riprendevo il contatto con la realtà non era certo nelle mie intenzioni smuovere quello che tutti hanno potuto leggere durante la scorsa settimana su questo giornale.
Io ho scritto quelle cose fondamentalmente per me ma nel momento in cui ho deciso di rendere pubbliche le mie parole mi sono resa conto che tanta e tanta gente condivideva del tutto ho in parte quello che io ho esposto.
Fortunatamente ci sono state tante persone che nel corso degli anni hanno potuto fruire delle cure del PS in tutta tranquillità e serenità; tuttavia in questi giorni sono stata contatta da amici, colleghi o persone che appena conosco che volevano ringraziarmi per aver dato voce a chi ha vissuto un’esperienza analoga alla mia ma per mille motivi non ha potuto o saputo renderla pubblica.
Ho deciso di approfittare ancora una volta dell’ospitalità di questo giornale dopo aver letto
che l’Assessore Bresciani ha trovato il sistema di creare 28 nuovi posti letto e di istituire nuove procedure per il ricovero dei pazienti; questa è senz’altro una bellissima notizia che tuttavia non rende scusabile o giustificabile quello che mia madre ed io abbiamo passato.
Non posso non restare stupefatta all’idea che in fondo là dove non sono servite ispezioni, interpellanze o altro è bastata una lettera ad un quotidiano di una emerita signora nessuno quale io sono.
Vede Sig. Assessore, Lei dice che ci sono stati dei problemi di struttura e organizzazione; ma mi scusi: chi ha organizzato l’organizzazione?
Nel mio ruolo di mater familias mi trovo appunto a dover organizzare la vita domestica della mia famiglia e così se siamo in 5 a cena non posso pensare che cucinare un ‘etto di pasta basti per tutti. Se non programmo bucati e stirature, Le assicuro che nel giro di pochi giorni resteremmo tutti senza panni puliti da indossare.
Lei, Sig. Assessore paragona l’Ospedale ad una Ferrari che va messa a punto; per me benché siano anni che guido (ed ho la presunzione di saperlo fare bene) è sempre rimasto un mistero il funzionamento di un auto.
Il tipo, il modello o la marca di un auto mi è generalmente del tutto indifferenti (va bene anche una Prinz) guardo solo che ci siano quattro ruote e un volante, ma quello che pretendo è che quelle quattro ruote e quel volante mi portino a destinazione.
Nel salutarla Sig. Assessore, Le auguro buon lavoro.
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