Picchia la compagna fino a farla abortire: arrestato quattro anni dopo
L'uomo, un clandestino di origini marocchine, era già in carcere per droga, arrestato proprio insieme alla compagna maltrattata, e doveva uscire a breve ma è stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia. Al momento del fatto (gennaio 2005) la donna stava per partorire
Credeva di uscire di cella il giorno dopo, ma gli è andata male. Molto male, ma mai quanto era andata male, per causa sua, a un bambino che non ha mai visto al luce. R. Z., 28 anni, detenuto presso il carcere di Cagliari, avrebbe dovuto essere rimesso in libertà il 12 maggio, martedì, ma il giorno precedente un nuovo fermo gli è stato notificato per poi essere convalidato in arresto, tenendolo così dietro le sbarre. Alle spalle del provvedimento una vicenda terribile. Il 15 gennaio 2005 il ragazzo, clandestino, aveva picchiato la compagna, regolare, di qualche anno più giovane e marocchina come lui. Botte, calci, pugni, sigarette spente addosso, fino a causarle un aborto: la ragazza era infatti incinta, le mancava pochissimo al parto. La creaturina, due chili e duecento grammi, non è sopravvissuta al trauma. L’accusa per l’uomo è di violazione dell’art. 18 della legge 194 che disciplina le interruzioni (volontarie) di gravidanza, sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia.
R.Z. era poi stato arrestato il 9 maggio 2006, solo una settimana dopo l’indulto, per droga, insieme proprio alla compagna che già da tempo maltrattava pesantemente: in carcere erano finiti tutti e due. Per entrambi quattro anni di condanna con rito abbreviato. Tra l’altro, eseguendo l’ordinanza di custodia, nell’abitazione dei due si erano ritrovati dei cellulari rubati. Dal successivo racconto della donna la ricostruzione della vicenda, con il fascicolo affidato al pm Luca Gaglio della procura bustese -i maltrattamenti erano cominciati a Cesate, nel Milanese, ma i fatti principali si sono svolti in un paese della Valle Olona, sotto la competenza di Busto.
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