Pro Patria, beffa finale e sogni di gloria rinviati

Nulla di fatto all'Euganeo: i tigrotti dovranno giocarsi la B ai playoff, allo Speroni attesa la Reggiana. Fatale il gol incassato nel recupero di domenica scorsa dall'ex Cammarata. Il Verona aveva bloccato sul pari il Cesena, un gol a Padova avrebbe aperto le porte della B

Niente da fare per la Pro Patria: i sogni di gloria sono rinviati ai playoff, al duello con la Reggiana che la attende. Zero a zero il verdetto dell’Euganeo di Padova: un verdetto giusto per quel che si è visto in campo. Troppo poco e troppo tardi per rimediare allo spreco sistematico, l’autunno-inverno scorso, dell’enorme vantaggio accumulato con le sei vittorie consecutive che avevano aperto il torneo. Non basterà a rabbonire i tifosi nemmeno la retrocessione dei poco amati rivali del Legnano, "pareggiata" dalla promozione degli ancora meno amati biancorossi del Varese. A questo punto si spera, con tutti gli scongiuri del caso, di non dover più fare derby di sorta.

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– Il match 
In campo scendono una Pro Patria che deve vincere assolutamente, per avere solo una speranza (e avesse vinto, avrebbe fatto bingo), e un Padova che dopo cinque successi di fila è lanciato come un treno. Sfortuna, ancora una volta, vuole che la Pro Patria si trovi di fronte una squadra impegnata in pieno nella lotta playoff e che proprio grazie a questo punticino non si troverà di fronte i tigrotti, ma il Ravenna. Lerda recupera quasi tutti gli assenti del fatale incontro casalingo con la Samb, eccetto Fofana.In avanti è Melara, sostenuto dal trio delle meraviglie Correa-Do Prado-Toledo: ma se i primi due faranno la loro parte validamente, per il terzo non sarà una partita memorabile. Ad arbitrare è il signor Nasca di Bari, arbitrò, altra beffa nella beffa, la partita vinta allo Speroni contro il Cesena.
Pronti via, ma non si vede l’assalto garibaldino che ci si sarebbe potuti attendere. Il match è vivace, ma senza entusiasmare, e si deve attendere il 23′ per la prima vera grande occasione: è Morello a colpire di testa dopo un appoggio sempre di testa di Do Prado da angolo di Correa, la palla fa la barba al palo. I padroni di casa tengono alti i ritmi, la Pro controlla e rilancia senza trovare grandi spazi. Fa caldo. I padovani ci provano al 40′ con Bovo, positiva la sua prova, che va in  percussione e conclude poco a lato. Pochi minuti dopo Do Prado manda alta una punizione.

Ad inizio ripresa grave pericolo per la porta di Anania con un’incursione di Varricchio, molto efficace. Lerda ha tolto Morello, infortunato nel primo tempo, per Di Cuonzo, messo dentro come terzino destro con Pisani centrale. I suoi ragazzi premono sull’acceleratore, il Padova resta guardingo e insidioso. Il portiere di  asa Cano deve esibirsi al 58′ in una grande parata su un colpo di testa di Do Prado, imbeccato dopo un veloce contropiede di Melara. Quattro minuti dopo è Toledo a sfiorare il palo con una conclusione. appare evidente però che i tigrotti non sfondano, nè il Padova, che comincia a soffrire, appare in grado di far suo il match. Anania si scalda le mani al 66′ su una conclusione da lontano di Filippini; Lerda toglie Zappacosta per Cusano. Poi l’episodio che costa più caro. Toledo conclude, Cano respinge come può sulla linea di fondo: Do Prado s’avventa come un falco e rimette in mezzo per Melara, il quale invece di conclude d’istinto a botta sicura tenta di piazzare un piattone che il redivivo portiere blocca.
Bisogna tentare il tutto per tutto, nonostante la stanchezza: entra Dalla Bona per Cristiano, buona la sua prova. Il Padova, che ha sostituito Rabito con Filippini e Falsini con l’ottimo Di Venanzio (e metterà quindi Jidayi per Perderzoli), stringe i denti e risponde colpo su colpo: al 77′ centra la traversa con Patrasco, la palla rimbalza subito fuori dalla linea di porta. Lo spavento non cambia la logica del match, con la Pro in avanti senza molto costrutto e i padroni di casa pronti a mordere alla prima occasione. All’85’ Varricchio incorna, solo in area, costringendo Anania a sfoderare il suo migliore repertorio. Poi è stanchezza, Dalla Bona prova dalla distanza ma Cano para facile.
Cinque minuti di recupero non bastano.

La beffa, insomma, è servita sul filo di lana, nel modo più amaro. Sempre fatali alla formazione tigrotta, che ha pagato carissima la fortuna del ripescaggio in Prima Divisione, gli ultimissimi minuti: così l’anno scorso nel drammatico duello ai playout con il Verona – che oggi la sua parte l’ha fatta, almeno pro forma, bloccando il Cesena sullo 0-0 – così quest’anno con il gol preso domenica scorsa dall’ex Fabrizio Cammarata al 92′. Sarebbe bastato evitare quell’errore, oppure che oggi Melara non si fosse letteralmente mangiato il gol della vittoria nella ripresa; ma con i se e i ma non si vincono i campionati. I complimenti sono comunque d’obbligo per il grande professionismo dei ragazzi di Franco Lerda. In condizioni psicologiche (ed economiche) difficilissime hanno continuato a giocare, e a battersi per il primo posto mentre la società sprofondava nel fallimento fra gli attacchi interessati delle rivali per la promozioni e il presidente Zoppo concludeva la sua parabola con l’arresto per bancarotta fraudolenta. Altrettanto meritevoli di applauso i tifosi: oggi, nella bolgia dei diecimila dell’Euganeo, cinque-seicento supporter bustocchi (e non solo) non hanno mancato di far sentire con calore il loro affetto, la loro fede mai scossa nei colori biancoblu. Che sono pronti a proclamare ancora: allo Speroni la Reggiana troverà l’inferno.

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Pubblicato il 17 Maggio 2009
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