“Ho cinquant’anni, sono obsoleto?”
Un convegno sull' "età ingrata" del lavoro ne ha affrontato problemi e prospettive. Con qualche proposta per "riciclare professionalità", come quella del Temporary Manager
Cambiare lavoro, affrontare un licenziamento, imparare nuove professionalità. Cambiamenti difficili per un giovane, ancora più impegnativi per un "lavoratore maturo". Delle sfide e dei problemi di questa generazione hanno discusso ieri, alle Ville Ponti di Varese, esperti e politici nel corso dell’incontro "I cinquantenni: giovani per la pensione ma già vecchi per lo stipendio?" organizzato da Adai Federmanager Varese (l’associazione dirigenti aziende industriali) con la collaborazione della Provincia di Varese.
Il problema – «La fascia di età che va dai 50 ai 59 anni attraversa oggi una fase nuova – ha spiegato nella sua introduzione il presidente di Federmanager Varese, Michele Ferraioli -. L’età pensionabile è stata posticipata e le difficoltà legate alla crisi economica toccano tutti i lavoratori, anche quelli "over 50". Doversi rimettere sul mercato, affrontare di nuovo il mondo del lavoro per un uomo di questa età non è semplice. Dobbiamo iniziare a discutere anche di questo problema».
I dati – «In Italia – ha illustrato Pietro La Placa, dirigente settore lavoro e sociale della provincia di Varese – la percentuale di lavoratori dai 50 ai 59 anni con un’occupazione è del 34 per cento. Un tasso ben inferiore alla media europea e lontano dagli obiettivi di Lisbona che prevedono il raggiungimento del 70 per cento. A Varese questo dato è meno preoccupante perchè raggiunge il 66 per cento». Le differenze rispetto agli altri paesi dell’Ue non riguardano però soltanto i numeri: «In Italia l’uscita dal mondo del lavoro di una persona di questa fascia di età si accompagna spesso a un troncamento netto dei rapporti con l’impresa – ha aggiunto -. Questo non accade negli altri paesi, in particolare in quelli scandinavi, dove questo passaggio è più graduale». La provincia di Varese ha avviato alcuni interventi mirati alla ricollocazione e alla riqualificazione dei lavoratori over 50 considerandoli, al pari dei giovani, una “fascia debole”. Il dato relativo all’occupazione scende molto se si considerano le persone con più di 55 anni: secondo i dati di Federmanager, in provincia di Varese ne risultano occupate è il 15,3%.
Il mercato del lavoro – Problematiche e nuove esigenze delle aziende sono ben conosciute da chi si occupa di reclutare top manager per le imprese che ne hanno bisogno. Come Laura Barettini, partner di “Odgers & Berndtson”: «Il nostro osservatorio – spiega – ci ha permesso di analizzare una situazione di cambiamento: occorre rinnovarsi, questa è la prima sfida». In particolare, riguardo al settore dei dirigenti d’azienda, ha aggiunto: «Un dirigente d’azienda che si trova a dover cercare un nuovo lavoro dovrà innanzi tutto prendere coscienza delle proprie capacità e anche di quanto desidera. Nel nuovo contesto, che non è semplice, stanno diventando rilevanti le “vecchie virtù” legate all’esperienza, all’identità aziendale e alla credibilità. Aspetti fondamentali per la vita di un’azienda. Importante è inoltre scegliere degli interlocutori giusti che possano mettere in contatto il manager che cerca lavoro e l’impresa che ha bisogno proprio della sua professionalità».
Il temporary management – «In un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo è necessario affrontare la cultura del lavoro non solo in modo demagogico – ha commentato Mario Mazzoleni, docente universitario e presidente di “Hol.In.Part” -. Da tempo mi interesso delle fasce più deboli: i giovani, le donne e anche quelli che abbiamo definito “lavoratori maturi”. E mi convinco sempre di più che il nostro Paese stia sprecando dei talenti importanti. Quella del temporary management, vale a dire del dirigente che entra nell’azienda per accompagnarla in un determinato percorso della sua vita, è solo una delle opportunità che queste persone possono sfruttare. Vuol dire offrire all’impresa il vantaggio di una figura competente e di esperienza. In Italia sono oltre un milione i lavoratori considerati “obsoleti” perchè hanno superato una soglia di età questo non lo possiamo accettare».
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