A “La Festa” è di scena il disagio del territorio

La serata del 7 luglio sarà dedicata all'Alto Milanese e al pesante tributo ambientale pagato sull'altare del progresso. Si discuterà dell'inceneritore Accam, tornato al centro della polemica, e di Pedemontana




Martedì 7 luglio alle ore 21.00 la Colonia Elioterapica in Via Ferrini 14, all’interno della manifestazione “La Festa 2009, Comunità Giovanile compie 20 anni” si terrà la conferenza ”Il disagio del territorio. Ambiente, identità ed economia: una convivenza difficile. Intervengono Lorenzo Scandroglio (giornalista di Alp e Il Giornale), Francesco Lattuada (consigliere comunale a Busto Arsizio e rappresentante dell’Osservatorio per la salvaguardia della Valle Olona) e Matteo Colaone (segretario nazionale di Doma Nunch).

Parlare di "sindrome NIMBY" ( Not In My Backyard – Non nel mio cortile) per descrivere i fenomeni sociali che in Insubria e nell’Altomilanese si richiamano alla difesa del paesaggio e dell’ambiente, all’opporsi allo sviluppo infinito , suona come una presa in giro. Il nostro territorio non è ecologicamente equilibrato e ha già versato moltissimo all’altare dello sviluppo e dell’economia, combinando al proprio interno una serie di paradossi unici in Europa : l’altissima pressione demografica che si spalma in un continuum semi-urbano esteso, disorganizzato e ipertrofico, al cui centro Milano respinge i suoi cittadini verso le campagne "urbanizzabili" e ripopola sè stesso di stranieri; l’ossessione dei sindaci della cintura metropolitana di riempire le casse (appena svuotate a favore dello Stato) trasformando paesi in città-dormitorio; un benessere economico diffuso e disoccupazione quasi a zero; un popolo che emette un gettito fiscale tale da mantenere l’intera penisola e una classe politica soggiogata spesso agli interessi privati, non sempre capace di tutelare, promuovere e migliorare l’ambiente e la vita delle persone.


E’ così possibile che in un territorio ricco, la gente viva da schiava, passando ore nel traffico, sognando Pedemontane con svincoli dritti ai centri commerciali, grandi opere, baracconi che servono per generare indotto economico ; le amministrazioni locali, delegate dalle Comunità alla tutela e conservazione del patrimonio territoriale, calano le braghe di fronte a imprese e privati pur di far cassa, obbligando i nostri paesi a svilupparsi in maniera anomala e innaturale, abbattendo e svuotando i nuclei storici ed erodendo boschi e campagne.

E la situazione non è certo destinata a migliorare, anzi, proprio in questi giorni sta montando la protesta contro la Pedemontana e contro l’inceneritore Accam di Borsano. Risulta chiaro che ad una situazione già critica andranno a a sommarsi altre criticità  Allora, quando si tratta di salvare una Terra, la sua gente, il suo percorso storico e il suo patrimonio ecologico, dire basta diventa prioritario: un istinto di sopravvivenza non nostalgico nè conservatore, in cui la via d’uscita dovrà essere il richiamo al nostro genius loci , combattendo la spinta a monetizzare la sacralità della natura e quella filosofia di vita che rende sterile e grigio ciò che c’è dentro e fuori di noi.




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Pubblicato il 06 Luglio 2009
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