Alla dogana si spala fango
Caterpillar al lavoro nel piazzale per rimuovere tonnellate di detriti. “Ma non è la prima volta che succede”
Aurelio Odoni ha la barba di un giorno e la camicia sbottonata: è il responsabile tecnico della Imalva spa, la società immobiliare proprietaria dei 17 mila metri quadrati di cui si compone l’area doganale di via Dalmazia e da ieri è in allarme. Da qui l’Olona ha trovato lo sfogo che ha portato via auto, muri, terra e perfino un gabbiotto della Guardia di Finanza che ha fatto preoccupare non poco i vigili del fuoco di Varese: se dentro ci fosse stato qualcuno, il bilancio dell’alluvione probabilmente non si sarebbe fermato alle sole stime di natura economica.
Il piazzale è pieno ancora di poltiglia. «Non è
la prima volta che succede – spiega Odoni. Sono qui dal 1981 e mi ricordo che già nell’87 e poi nell’89 accadde una cosa del genere, oltre all’alluvione del 1992». Anche qui danni si vedono. «E’ rimasto sott’acqua un magazzino tessile, sono crollati dei muri di contenimento, si è distrutto un gabbiotto, è crollata una tettoia. Per non parlare poi degli impianti elettrici, e delle carte d’archivio». Cosa succederà domani? «Stiamo lavorando a pieno regime», dice, mentre un’autobotte spurghi sta ancora risucchiando gli scantinati, e nel piazzale stanno lavorando mezzi pesanti per portare via i detriti fin qui arrivati, «ma mi vengono i brividi a pensare che domani (venerdì ndr) è prevista ancora la pioggia».
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