Ex Ibici, un’interrogazione parlamentare di Reguzzoni

L’azienda “negli ultimi anni ha usufruito di contributi a fondo perso per la realizzazione dei propri piani di investimenti”. Il parlamentare leghista invia una richiesta di informazioni a Claudio Scajola

L’azienda chiude e oltre ai dipendenti a casa, c’è il problema dei fondi statali dati a fondo perso per gli investimenti. La questione riguarda la ex Ibici di Busto Arsizio, oggetto di un’interrogazione parlamentare che l’onorevole Marco Reguzzoni ha inviato al ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola. Questa la premessa: “Nel 2007 – scrive Reguzzoni – il gruppo imprenditoriale che fa capo alla famiglia Ghirardi ha rilevato la storica azienda bustese IBICI, attiva da decenni nel settore delle calze da donna e con un passato glorioso che negli anni ’80 ha raggiunto la quota di 350 addetti. Dopo aver ridotto l’occupazione dai 60 dipendenti del 2007 a poche decine attuali, la proprietà ha deciso la chiusura dell’ultimo stabilimento attivo in Busto Arsizio (Va) via Baden Powell, licenziando le maestranze ancora in organico;
L’azienda IBICI negli ultimi anni ha usufruito di contributi a fondo perso per la realizzazione dei propri piani di investimenti. Il gruppo imprenditoriale cui fa capo attualmente l’azienda bustese – che nel frattempo ha assunto il nome di INTIMFASHION – possiede e gestisce altri stabilimenti sia in Italia, sia all’estero, ed in particolare in Bosnia”. A fronte della protesta che i dipendenti hanno intrapreso in questi anche per tutelare i propri crediti nei confronti dell’azienda che risulta molto in arretrato con il pagamento delle spettanze ai lavoratori, Reguzzoni chiede al ministro “se vi sia la possibilità di intervento a tutela dei molteplici interessi coinvolti, ad iniziare dai lavoratori”.
Il deputato del carroccio chiede inoltre “se vi sono e quali siano altri contributi, sgravi fiscali o agevolazioni di altro tipo finalizzati alla creazione di nuova occupazione di cui il gruppo imprenditoriale in parola abbia usufruito, oltre a quelli citati in premessa; di quali elementi disponga in ordine alle regolarità della destinazione di contributi pubblici e in ordine alle effettive intenzioni della proprietà dell’azienda;  quali iniziative il Ministro intenda intraprendere per scongiurare fenomeni di delocalizzazione aziendale che rischiano di determinare gravi ricadute sul contesto produttivo, economico e occupazionale dei territori interessati e per impedire che la produzioni storiche del nostro Paese venga effettuata in altri territori o addirittura in altri stati.”

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Pubblicato il 09 Agosto 2009
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