Salvadè-Di Giovanni, e la Samp andò al tappeto

Al Franco Ossola si gioca l'amichevole di lusso tra il Varese e i blucerchiati liguri. Un match che fece la storia nel 1982, l'anno del quasi "miracolo" della banda-Fascetti: 2-0 davanti ai 20mila di Masnago

Il prato di Masnago, le vecchie tribune in cemento del Franco Ossola, il cielo della Città Giardino tornano a ospitare questa sera – dalle 20,30 – un Varese-Sampdoria dal sapore antico. Da una parte l’entusiasmo della squadra di Sannino, capace di vincere davanti a oltre 2.000 spettatori avversari a Cava de’Tirreni in Coppa e vogliosa di mettersi in mostra davanti al proprio pubblico. Dall’altra una delle protagoniste del prossimo torneo di Serie A, poche settimane dopo il Milan, con l’estro di "Fantantonio" Cassano e la vena realizzativa di Pazzini a far sperare il popolo blucerchiato.
In tribuna ci sarà anche una persona che più di ogni altro sognava una partita simile, Giuseppe Marotta. Varesino di Avigno, artefice del "casino organizzato" diretto da Eugenio Fascetti, ora il Beppe è da diversi anni il general manager doriano. Per una sera Marotta vivrà col cuore a metà, un po’ come accadeva per il suo mentore, l’avvocato Colantuoni, presidente di quel grande Varese ma dal passato blucerchiato.

E proprio contro i liguri la squadra della promozione sfiorata in A scrisse una delle sue pagine più belle. Era la quinta di ritorno del campionato di Serie B, anno di grazia 1981/82, come ricordò Natale Cogliati nel libro cult (per chi ama il biancorosso) "Miracolo a Varese" da cui sono tratte le foto. A Masnago arrivarono quasi ventimila persone (quasi 14mila paganti più oltre 3mila tra abbonati e under 14 oltre alla solita aliquota "portoghesi"), una quarto delle quali in curva sud per sostenere la squadra di Renzo Ulivieri. Una sfida al vertice con il Varese in testa al campionato e gli ospiti a due soli punti, una gara avvelenata (solo nella sostanza, non sugli spalti dove ci fu una grande festa di sport) dall’esito del match di andata. Allora, a Marassi, l’arbitro fece finta di non vedere una clamorosa carica di Garritano sul portiere varesino Rampulla, consentendo a Scanziani di appoggiare in porta per l’1-0 che fece cadere per la prima volta la squadra di Fascetti.
Si arrivò così al big match di Masnago, davanti a un pubblico debordante, forse mai ripetuto da allora nello stadio ai piedi del Sacro Monte. Proprio Rampulla lancia la carica, con Ulivieri che piazza Pellegrini – un varesino doc – all’ala sinistra in posizione di contenimento. Serve a poco, perchè al 5′ il boato di Masnago sottolinea l’1-0 siglato da Gildo Salvadé che fa saltare tutti i piani. La Samp preme, prende un palo proprio con l’ex Pellegrini ma il Varese punge in contropiede. E poi, a una manciata di minuti dal triplice fischio finale, ecco una punizione di Limido che il portiere non trattiene: sulla palla arriva Vincenzo Di Giovanni che insacca. La Curva Nord, a due passi esplode e accompagna i biancorossi sulla bandierina (foto a lato) dove si festeggia il possibile miracolo. Finisce 2-0, Colantuoni fa festa e prevede di ritrovare la Samp in Serie A. Il sogno blucerchiato andrà a buon fine, quello biancorosso si fermerà il maledetto pomeriggio del 6 giugno all’Olimpico di Roma, davanti alla Lazio, a D’Amico, all’arbitro Agnolin e forse a qualche gamba tirata indietro al momento giusto.

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Pubblicato il 05 Agosto 2009
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