“Così posso prendere la comunione senza stare male”
La storia di Massimiliano, celiaco, alle prese con uno dei tanti problemi dovuti ad un'intolleranza sempre più diffusa in Italia. Bastano alcuni accorgimenti per aggirarla, anche a messa
«Nella mia parrocchia sono quattro i fedeli affetti da celiachia – spiega Don Remo, parroco della chiesa di San Giorgio di Jerago -, ma il problema si supera facilmente, con ostie particolari che non contengono glutine, che tengo rigorosamente separate dalle altre. Addirittura cerco sempre di non toccarle direttamente durante la funzione, per evitare qualsiasi tipo di contagio con la farina di cui sono fatte le altre ostie».
Una bella scocciatura, a cui però ci si deve abituare: con questa battuta Massimiliano (che abbiamo intervistato e preferisce farsi chiamare col solo nome di battesimo ndr) definisce la sua intolleranza alla farina di grano, altrimenti nota come celiachia. Una condizione che ha scoperto recentemente, e che lo ha costretto a mettere al bando dalla sua dieta qualsiasi prodotto che contenga la farina di grano come pane, pasta e persino le ostie usate a messa per fare la comunione. «Dopo aver scoperto di essere celiaco – spiega -, ho dovuto adattarmi al mio nuovo regime alimentare, che comprende pane, pasta e dolci fatti con farina di mais. Devo ammettere che inizialmente è stato piuttosto difficile abituarmi, ma alla fine ho imparato a conviverci. Inoltre, dato che sono un cattolico praticante, per un periodo ho rinunciato anche a fare la comunione. Non sapevo che la Chiesa avesse pensato a ostie apposta per chi, come me, è allergico al glutine. Un giorno ho provato a parlare della mia condizione al prete, e ho scoperto questa soluzione. Così ora, che io sia nella mia parrocchia o in qualsiasi altra chiesa, basta che prima dell’inizio della messa dica al sacerdote di essere celiaco e posso fare la comunione come tutti gli altri».
Un’attenzione positiva, che denota un deciso passo avanti rispetto al passato. «È stata una decisione pastorale – continua Don Remo –. Senza grandi proclami, si è deciso di venire incontro a questa condizione che è sempre più diffusa in tutta Italia, dotando tutte le chiese di ostie senza glutine».
«All’inizio c’era qualche “problemino” – conclude ironicamente Massimiliano – di tipo organizzativo. Solitamente, infatti, i sacerdoti mi danno la comunione prima di tutti gli altri fedeli, oppure per ultimo, per non creare confusione tra i due tipi di ostie. Nella mia parrocchia io sono sempre il primo. Probabilmente, il fatto che scavalcassi la fila per prendere la comunione ha fatto pensare a una mia mancanza di rispetto verso gli altri. Quando però si saputo che sono intollerante al glutine, nessuno si è più lamentato».
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