Dopo 31 anni, il dottor Tomassini lascia il Del Ponte
Il 31 ottobre, sarà l'ultimo giorno di lavoro dopo tre decadi trascorse nelle sale chirurgiche di piazza Biroldi. Il suo grande rammarico: non partecipare alla prossima, grande trasformazione
Andrà in pensione domani, sabato 31 ottobre, Giuseppe Tomassini, da 31 anni anestesista al Del Ponte. Medico dal parentado illustre finisce una carriera che lo ha visto sempre in prima fila nella lunga opera di trasformazione di quello che è oggi l’ospedale della mamma e del bambino: da struttura autonoma, a ospedale aziendale senza vera fisionomia sino alla concretizzazione del piano ideato da Carlo Luccina nel 2000 e che dal prossimo anno avvierà la sua fase di consolidamento finale.
« Il mio rammarico oggi è proprio quello di non poter vivere le fasi salienti di questo nuovo sviluppo del Del Ponte – commenta un po’ emozionato l’anestesista – sono profondamente legato a questo ospedale dove ho trovato motivazioni, soddisfazioni e anche la stima e l’amicizia di tanti colleghi».
E sono proprio il lavoro di squadra e la stima reciproca i due ingredienti speciali che hanno reso la sua carriera soddisfacente: « Credo che proprio i modelli di lavoro che abbiamo avviato al Del Ponte anche grazie al dottor Giudice ( recentemente andato in pensione) siano la ricetta di un clima di grande collaborazione che abbiamo vissuto al del Ponte e che mi rimarrà nel cuore».
E, in effetti, le esperienze vissute dal dottor Tomassini sono state notevoli: l’equipe di anestesia autonoma si è vista catapultare nella complessa organizzazione del Circolo dove già convivevano più unità di anestesia. A causa di questa dimensione sovraospedaliera, i medici del Del Pontre sono stati chiamati ad avviare esprienze lavorative varie, fino all’anno 2000 quando, con l’arrivo della pediatria prima, della ginecologia e ostetricia poi, e l’avvio dell’esperienza neonatale, gli anestesisti di piazzale Biroldi sono stati sollecitati ad approfondire nuovi campi: «Con l’avvio degli interventi pediatrici dell’urologo Manzoni, per esempio, alcuni di noi hanno dovuto perfezionare tecniche di anestesia per età pediatrica e persino neonatale. Abbiamo operato anche bambini di uno e due giorni e vi assicuro che la fisiologia dei bimbi sino ad un anno di età è particolare, diversa da quella degli adulti. Nella nostra equipe c’è stata, per esempio, la dottoressa Sagredini che ha voluto approfondire queste tematiche diventando, oggi, un punto di riferimento. Ecco, il valore della nostra squadra è stato proprio quello della condivisione in un ambito di reciproco rispetto, dove a tutti venivano assegnati compiti da gestire in ogni fase, in un clima di autonomia e confronto costruttivo. È per questo ringrazio il dottor Giudice e tutti i colleghi con cui ho lavorato in questi anni».
Sul futuro del Del Ponte, Tomassini è fiducioso: « Se deve essere fatta una critica questa va fatta nell’ambito dell’operatività e dei disagi che potrebbero insorgere durante i lavori di ristrutturazione e di costruzione in una zona così ristretta . Non sono per nulla convinto, invece, che il Ponte del Sorriso non abbia le potenzialità per spiccare il volo anche se non è attiguo a un ospedale completo. Il Circolo è vicinissimo e rimane il punto di riferimento. Si deve, però, vigilare perchè la futura struttura verrà dotata di tutto il personale e l’apparecchiatura necesssari per rispondere alle esigenze di cura di madri e bambini. A partire dalla chirurgia pediatrica che ha ottime possibilità di decollare purchè non si perda ulteriore tempo. Certo, la partenza del dottor Manzoni è grave e non ci si può permettere ulteriori defezioni».
Come un maestro che ha visto crescere i propri studenti, il dottor Tomassini è fiducioso che nella riorganizzazione doversosa che l’azienda avvierà con il suo pensionamento, l’intero comparto di anestesia riuscirà a trovare coesione e collaborazione dove ognuno troverà il suo ruolo nel rispetto delle proprie responsabilità e dei propri compiti: «È lo spirito di gruppo la vera chiave del successo personale. E sono proprio gli ambienti piccoli che creano le premesse perchè si giochi di squadra, tutti uniti, per superare ogni ostacolo».
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