“Duemila imprese a rischio, il governo ci dia delle risposte”
Bossi e Tremonti incontreranno i piccoli imprenditori del Varesotto. Il commento del direttore dell'associazione artigiani, Marino Bergamaschi: «Cosa faranno per portare le imprese fuori dalla crisi?»
Gli ospiti saranno i ministri Bossi e Tremonti, l’onorevole Giancarlo Giorgetti e il presidente di Bpm, Massimo Ponzellini. Dall’altra parte, a chiedere risposte concrete, ci saranno invece le imprese, le piccole e medie aziende artigiane che hanno vissuto la crisi sulla propria pelle. L’appuntamento è previsto domani sera, venerdì 9 ottobre, alle 20.30, all’auditorium di AgustaWestland a Vergiate.
«È positivo che due ministri vengano a incontrare le imprese ma sarebbe anche corretto che in questa occasione il governo spieghi che cosa è stato fatto e che cosà farà per aiutarle a superare le difficoltà di questa crisi. Da questa situazione non si esce con i proclami e i giochi mediatici, occorre grande impegno». Il commento arriva da Marino Bergamaschi, direttore dell’Associazione Artigiani della provincia di Varese, che presenta senza mezzi termini la gravità della situazione: «Su questo territorio 2000 imprese rischiano di chiudere. Chi penserà a loro? Il governo? La prima domanda da sottoporre dunque agli ospiti dell’incontro di Vergiate è: che cosa hanno intenzione di fare per portare le piccole e medie imprese fuori dalla crisi?».
Meno tasse e più consumi – Dalla politica, insiste il direttore dell’associazione varesina, deve arrivare al più presto un impegno preciso, su tre fronti: «Abbassare le tasse, stimolare la crescita dei consumi, ottimizzare le infrastrutture. In altre parole occorre intervenire sulla fiscalità e sulla spesa pubblica per mettere in atto un’azione anticiclica. Oltre a tutto questo dobbiamo ricordare che la nostra più grande ricchezza sta nel capitale umano, che necessità però più attenzione e tutela».
Lo scoglio del credito – I nodi da sciogliere, quelli più sentiti da tutte le piccole e medie realtà del territorio, riguardano ancora il credito e gli studi di settore. «Al Ministro Tremonti chiederemo perché non funziona la moratoria sui crediti. Pur apprezzando il suo impegno e plaudendo alla sua abilità nel fare incontrare banche e imprese, dobbiamo rilevare tuttora che le iniziative del Governo non stanno favorendo l’immissione di nuovo credito nel sistema Italia. Le imprese hanno bisogno di questo per funzionare, in molti se lo sono dimenticati. Nella crisi i confidi e alcune banche vicine al territorio hanno scelto di non interrompere la liquidità alle imprese e hanno giocato un ruolo determinante, perchè non puntare dunque su questi istituti? Anche i Tremonti bond richiedono delle spiegazioni. Solo quattro gruppi bancari li hanno richiesti. Dei 12 miliardi messi a disposizione ne sono stati richiesti poco più di 4. Il Ministro si è chiesto cosa poter fare degli altri 8?»
La crisi e gli studi di settore – Più complessa è invece la questione, aperta da tempo, degli studi di settore: «Non chiediamo il loro annullamento – dice Bergamaschi – perché grazie ai sistemi di rappresentanza delle mpi si è avviato un dialogo più stretto tra Agenzia delle Entrate ed imprese. Però, chiediamo meno tasse e più mercato. La fiscalità territoriale, con tutte le addizionali, sta portando al collasso imprese e cittadini».
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