Neuroscienze e riabilitazione: un campo da approfondire
All'ospedale di Busto Arsizio un evento formativo aperto a fisioterapisti, neurologi e fisiatri per divulgare le ultime novità scientifiche. Anche dall'ictus è possibile riprendersi, e la ricerca dà contributi importanti
La riabilitazione dopo l’ictus si evolve grazie all’individuazione di nuove tecniche basate sullo studio dei neuroni. Se ne parlerà nel convegno “Neuroscienze e neuroriabilitazione” che si svolgerà domani, venerdì 23 ottobre, all’ospedale di Busto Arsizio (aula Suor Bianca, h.8.30-16).
Questa è la prima edizione di un evento formativo aperto a fisioterapisti, neurologi e fisiatri nel corso del quale saranno illustrate le basi teoriche su cui si fondano le moderne neuroscienze e i nuovi modelli di neuroriabilitazione.
L’iniziativa, organizzata dal Dipartimento Aziendale di Riabilitazione e dall’Unità Operativa di Recupero e Rieducazione funzionale del presidio bustocco di cui è direttore il dott. Enzo Brusini, rappresenta l’inizio di un percorso di miglioramento dell’offerta delle prestazioni di riabilitazione incentrato sull’introduzione di nuove metodiche legate a recenti scoperte sia di ricercatori italiani sia stranieri.
Negli ultimi anni, infatti, il settore delle neuroscienze ha registrato un notevole incremento delle attività di ricerca sia di base sia clinica. La scoperta di alcuni sistemi neuronali quali (ma non solo) il sistema dei “neuroni specchio” ha introdotto nuove tecniche neuroriabilitative nel trattamento di persone affette da disabilità neuromotoria dovuta a malattie come l’ictus.
Questo particolare tipo di neuroni (in inglese mirror neurons) si attiva selettivamente sia quando si compie un’azione (ad esempio con la mano o con la bocca) sia quando la si osserva mentre è compiuta da altri. Questa scoperta ha portato i neuroriabilitatori a introdurre nei programmi riabilitativi particolari tecniche che “sfruttano” proprio la specificità di questi neuroni per meglio guidare la ripresa funzionale dopo lesione cerebrale (mirror therapy).
Di qui la necessità di aggiornare gli operatori per l’apprendimento delle nuove tecniche per poi trasferirle nell’attività pratica in Azienda.
Nell’Ao la presa in carico riabilitativa è realizzata in team da diverse figure professionali: neurologo, fisiatra, infermiere, fisioterapista, logopedista, insieme al paziente e alla sua famiglia. L’attività inizia già in fase acuta presso le Stroke Unit, le unità di cura dell’ictus site nei reparti di Neurologia, e prosegue poi nei reparti di Recupero e Rieducazione funzionale – si tratta di Medicina Riabilitativa Specialistica – quando indicato. Comunque si completa con il trattamento ambulatoriale, se necessario, nell’ottica di un percorso finalizzato all’obiettivo ultimo del reinserimento del paziente a domicilio.
Il convegno, di cui responsabile scientifico è Paolo Mirata, fisioterapista coordinatore del Dipartimento di Riabilitazione, ospiterà relatori dell’università di Torino e dell’Istituto Auxologico Italiano di Piancavallo (Verbania) e sarà aperto dal direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Pietro Zoia.
La seconda edizione del convegno si svolgerà venerdì 6 novembre.
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