Commercio, la crisi c’è e si sente: -25%
Ma il Natale il centro "tiene", come le attività d'eccellenza: parola di Ascom. "Nel 2010 punteremo alla formazione"
Commercio in tempo di crisi: si soffre, si stringono i denti, ci si riorganizza. Anche a Busto Arsizio il settore non è stato risparmiato dalla bufera, e si registra una calo fino al 25% medio degli introiti. A constatare con preoccupazione questo dato è il direttore di Ascom Busto Francesco Dallo. «È quanto ci dice un’analisi statistica, ovviamente il dato è variabile. Abbiamo alcune realtà d’eccellenza che tengono bene, e altri che si trovano in condizioni ancora peggiori». Come per i famosi polli di Trilussa, c’è chi ne mangia due… e chi digiuna. Il calcolo è effettuati sulla base degli associati Ascom, che sono circa l’85% delle aziende, o meglio degli esercizi aperti.
La crisi colpisce in modo particolarmente pesante il settore dell’abbbigliamento: le famiglie colpite nel potere d’acquisto, o semplicemente intimorite dal clima generale (è il noto discorso del fattore "fiducia"), rinunciano come prima cosa ad aggiornare il vestiario, a meno che non vi siano necessità urgenti. Chi "tiene" bene, invece, è meno categorizzabile. «Dipende più che altro dal trend e dalla professionalità» spiega Dallo, «dal saper offrire qualcosa di particolarmente ricercato o di nuovo e interessante».
I dati sul Natale in centro, per il momento, non appaiono negativi, almeno confronto all’anno scorso, già segnato dall’incombere della crisi. Anche qui si tiene, con le unghie e con i denti: i bustocchi se appena possono non riunciano alle "vasche" in via Milano all’ombra delle basiliche, e a un minimo di shopping natalizio. Per ora il Comitato commercianti centro cittadino può tirare un sospiro di sollievo, ma i conti si faranno dopo l’Epifania.
La crisi abbatte i redditi e toglie lavoro, lo ricordavano lunedì sera i sindacalisti e il PdCI; è naturale che il commercio ne patisca le conseguenze. Anche qualche azienda di medie dimensioni del settore, riferisce Dallo, ha dovuto chiedere la cassa integrazione straordinaria (cigs), ma si spera di uscirne al più presto.
Per l’immediato futuro del commercio bustese, la chiave è nelle iniziative relative al Distretto del commercio, di cui oggi si è presentato il logo, ma anche e soprattutto nel coordinamento e nell’impegno sul fronte della formazione ai nuovi esercenti-imprenditori. «Sì, perchè il commerciante improvvisato fa danno non solo a se stesso, ma a tutto un settore». E poi si avverte la necessità di "dirigere il traffico" in un settore ormai liberalizzato, dove ad esempio si riscontra già un relativo affollamento di bar. Quindi giusto, anche per Dallo, poter dare qualche suggerimento, qualche indicazione a chi entra nel mondo del commercio senza esperienze pregresse, magari dopo che i familiari hanno fatto un consistente sacrificio per aiutare ad aprire un’attività. L’importante è chiarirsi bene le idee sul dove e sul come: offrire servizi laddove mancano, e con la giusta professionalità, quella che rende l’esercente un punto di riferimento per la comunità locale.
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